Partito Democratico, Ranucci bacchetta Egidi: “Inizi a fare veramente il segretario di tutti”

Riceviamo e pubblichiamo

Il segretario provinciale Egidi se ne faccia una ragione, altrimenti rischia di compromettere le sue nottate e il suo dolce dormire. Non c’è giorno che non leggiamo sommi interventi contro la situazione di Tarquinia, come se nella nostra città fosse successo chissà cosa di scandaloso e riprovevole.

Dopo l’ultimo congresso di sezione che ha visto la vittoria della giovane Manuela Benedetti nei suoi confronti per 120 a 10, non fa passare un giorno che non si lasci andare a mirabolanti lezioni sul rinnovamento, detto da lui da oltre 20 anni sulla stessa sedia, sulle regole democratiche di inclusione e non di esclusione, vedere la sua segreteria provinciale composta da membri della sola maggioranza, e su ciò che c’è da fare per rilanciare il partito.

Questo gruppo dirigente che tanto contrasta, ha fatto vincere le elezioni a Tarquinia più di una volta negli ultimi 20 anni, molte volte in controtendenza rispetto all’andamento del partito a livello nazionale. Ora non passa giorno che, velatamente o no, minaccia epurazioni, commissariamenti o provvedimenti drastici. Ma dove stava il novello rottamatore quando alcuni mesi fa abbiamo perso comuni importanti della provincia per diaspore e dissapori interni al Partito Democratico? Anche in quel caso è stata colpa dei dirigenti di Tarquinia?

Ora caro Egidi ti consiglio di iniziare a fare veramente il segretario di tutti. Il congresso di Tarquinia si è svolto in un clima sereno e democratico, con una massiccia partecipazione di iscritti e simpatizzanti, che hanno scelto liberamente la strada del rinnovamento, quel rinnovamento che tanto declari. Caro segretario, una buona maestra quando vede un alunno in difficoltà, non lo incalza con minacce di interrogazioni giornaliere, mettendolo ancora più in difficoltà e rischiando addirittura di fargli abbandonare la scuola. Al contrario lo aiuta, lo sostiene, lo incoraggia, lo fa ripartire con tutto il sostegno che il caso richiede.

Quello che è successo a Tarquinia ricalca proprio il caso di un alunno in difficoltà. Dopo le elezioni perse per i motivi che anche nel Bengodi sanno, la sezione sta tentando di rinnovarsi e come tutti i rinnovamenti veri e non di facciata, lo sta facendo lentamente con tantissimi giovani di grande qualità, passione per la politica ed una profonda e sincera onestà intellettuale.

Dovrebbe essere facile capire per chi vive nella politica da tanto tempo come te, che questi giovani, pur animati da tanta passione, possano non aver avuto coraggio di scendere subito in campo e di affrontare una competizione elettorale per un ente, cui francamente non crede più nessuno, vedi 5 Stelle, Fratelli d’Italia, MoRi, Liste Moscherini anch’esse assenti in questa tornata elettorale. Era naturale trovare delle difficoltà nella elaborazione delle liste, considerando che non potevamo certo riproporre lo stesso schema delle amministrative, magari con gli stessi attori.

Allora dove sta lo scandalo? Il centrodestra a Tarquinia ha perso quasi sempre, eppure mai e poi mai ho letto di interventi drastici e perentori di segretari provinciali che minacciavano epurazioni o commissariamenti. Caro segretario, a chi fa politica come noi, al servizio della propria comunità, i colpi di mortai lanciati da chi dovrebbe difenderci, tutelarci, garantirci fanno davvero male. Colpiscono e affondano le nostre coscienze, destabilizzano, creano montagne insormontabili. Il nostro partito in questo momento storico così difficile, sopraffatti da ventate di intolleranza e da una bruta violenza xenofoba e razzista, avrebbe bisogno di unità e rispetto. Con castelli di fango o pozzi avvelenati non si costruisce nulla.

Nella nostra sezione ci sono persone che sacrificano tempo, denaro famiglia, salute per dare forza alle proprie idee e non può tollerare giudizi sommari o peggio ancora superficiale e di parte. Distruggere un amico che non la pensa come te non serve a renderti più forte e questo vale sia nella vita comune sia nella vita politica. Ti fa sentire più solo, quando avrai bisogno di sostegno, di forza per sconfiggere l’avversario vero.

Abbiamo passato giorni duri e drammatici. Ora è il tempo di costruire una nuova casa, nella speranza che a marzo l’Italia capisca che il nostro partito merita ancora tanta fiducia. La politica comune è troppo spesso l’arte di mandare innanzi a braccetto la verità e la menzogna, per modo che chi vede passare non sappia distinguere la menzogna e dare forza alla verità. Se avremo la forza di distruggere la menzogna e dare forza alla verità, avremo un futuro, altrimenti saremo destinati a soccombere nella nostra stessa ipocrisia.

Anselmo Ranucci