PD Tarquinia, intervista a Andrea Egidi: “Una stagione si è conclusa, ne va aperta un’altra”

(s.t.) Dalla sconfitta elettorale alla mancata presentazione della lista per le elezioni dell’Università Agraria: il Partito Democratico di Tarquinia vive il suo momento più duro. Ne parla, in un’intervista esclusiva, Andrea Egidi, segretario provinciale del partito, all’indomani della prima direzione provinciale che ha visto proprio Tarquinia come argomento principale.

D – Cosa dobbiamo leggere nelle dichiarazioni su Tarquinia? Dalla nota pare quasi un commissariamento implicito, o comunque una gestione “con tutor”. È una lettura sbagliata la nostra o effettivamente la situazione difficile richiede una gestione particolare?

R –Dentro una fase difficilissima per il PD, il gruppo dirigente della Federazione si sente in dovere di aiutare il circolo a uscire da questo momento. Quindi togliamo di mezzo certe letture che si danno: come si dice nel documento approvato, non è venuta meno la democrazia interna e non è un commissariamento, né forme simili. La Direzione Provinciale è nelle condizioni di indicare percorsi e processi di questa natura. 

Il circolo va aiutato, noi abbiamo il dovere di farlo ed il circolo deve vivere questo impegno per ciò che è, cioè una cosa utile al loro futuro. L’ho dichiarato all’indomani della mancata presentazione della lista, in queste occasioni si fa a un patto leale e solidale con il territorio e si fa uno sforzo tutti insieme. Si aiuta il circolo a uscire dalle difficoltà. 

Vedi, sono ancora più convinto di questa scelta anche perché è il modo anche per tutelare il Pd di fronte a considerazioni sgradevoli e scenari non chiari come il primo cittadino di Tarquinia ha avuto modo in qualche modo di minacciare. A fronte di quelle valutazioni, assurde, si sappia da subito che noi ci sentiamo impegnati a tutelare il buon nome del PD.

Non si risponde ad una critica politica con un atteggiamento quasi inquisitorio, noi siamo persone oneste e per bene e i tarquiniesi lo sanno.  Dirigenti che non hanno nulla da nascondere ed  il sindaco non si azzardi a fare insinuazioni, né pensi di intimidire qualcuno con le sue velate minacce. Quando dice “dovrà relazionarci sul passato”, a cosa da riferimento? Cosa vuole? Sappia che quando parla di noi parla del PD, di un partito di persone per bene, chiaro?  Pensi piuttosto a governare che la campagna elettorale è finita. 

D – Tu parli, a gennaio, di ridefinire sia il progetto politico che il gruppo dirigente: è una bocciatura dell’attuale con necessità di riscegliere da zero? E quanto di questo dipende dalla distanza dimostrata dalla sezione tarquiniese nel corso del congresso?

R – Noi pensiamo si debbano raccogliere energie nuove, forze fresche e al tempo stesso ricucire una storia che evidentemente si è strappata nel corso degli anni. Abbiamo bisogno di rafforzare, migliorare, innovare il gruppo dirigente e ricucire relazioni, rapporti, storie. Anche su questo l’ordine del giorno approvato è chiaro, non si tratta di dare giudizi sommari ma avere consapevolezza che una stagione si è conclusa e va aperta un’altra.

Chi ha fatto tanto in questi anni deve avere contezza del fatto che la loro funzione sarà un’altra, non perché lo dico io, quanto per il fatto che un’esperienza si è chiusa con il voto.  Ne va aperta un’altra. Infine, non sono il tipo che immagina di dirigere il Pd con ritorsioni ed anche stavolta l’ho dimostrato. Il congresso è stato fatto, punto. 

D – Capitolo Agraria: non presentare una lista è stata una scelta, come la definisce Palmini, o un fallimento? E anche fosse una scelta, può il PD permettersi di non partecipare per la paura di perdere?

R – Se siamo giunti a quell’epilogo è per ragioni profonde che hanno a che fare con quella parabola propria delle fasi delle esperienze  politiche. Nascono, crescono, finiscono. 

Tutti sappiamo che la vicenda è stata grave per la qualità della democrazia non solo perché la ragion d’essere di un partito è presentarsi alle elezioni. Se fosse stata una scelta fatta con cognizione di causa oggi il circolo sarebbe sicuramente  in altre condizioni. Ripeto, una stagione si è chiusa, il lavoro dei prossimi mesi sarà per aprirne un’altra. Cerchiamo di capire se tutti si sentono utili e non indispensabili. Di indispensabile c’è solo la volontà di dare una mano.

D – Si parla comunque di un ricorso sulle procedure di indizione: non ti sembra strano il PD che ricorre contro un atto a firma dello stesso PD, seppur in Regione? E perché la sezione, sul tema, non ha ancora preso posizione, magari facendo seguito alle prese di posizione di Mazzola che, invece, lascia intendere uno scarso seguito da parte di Palmini?

R – L’atto verso cui si ricorre è un atto amministrativo della Regione Lazio quale ente pubblico che ha indetto le elezioni, pertanto è irrilevante da quale partito o coalizione sia amministrata, ma attiene unicamente la corretta applicazione della legge. Sul punto la sezione ha assunto immediatamente i necessari approfondimenti per verificare la sostenibilità del ricorso medesimo senza alcun tentennamento.

Gli avvocati interessati, ritenuto il ricorso sostenibile in merito alla tempistica di indizione dei comizi elettorali, stanno predisponendo l’atto per conto della sezione PD di tarquinia, con l’ausilio anche della federazione. Inoltre le valutazioni pubbliche di Mazzola, al quale  comunque ho ricordato il fatto che quando è fissata la direzione provinciale su un tema è buona norma non parlare non fosse altro per rispetto della stessa, fanno riferimento ad un fatto che solo dopo il 10 si potrà affrontare. Scusa, come si fa a prevedere il voto prima? Poi attenzione: se si dà l’idea che la politica tifa perché 8 cittadini non votano non si fa un bel regalo alla democrazia.

D – Ultima curiosità, il “mistero” della segreteria tarquiniese: è stata nominata o meno?

R – Sveliamo il ventesimo segreto di Fatima, rispetto al quale sei particolarmente interessato a quanto pare. Appena eletto, Palmini ha fatto colloqui ed impostato una ipotesi di sua segreteria. Di questo organismo mi risulta non si sia mai discusso, visto che ci siamo trovati dentro una vicenda dalle caratteristiche che conosciamo. Credo che tale atteggiamento del coordinatore sia stato responsabile: di fronte alla crisi che si viveva e si vive si è messo nelle condizioni di aprire il percorso che è stato poi formalmente definito lunedì in direzione e non ha pensato a passaggi formali su questo. La prossima settimana si terrà un direttivo nel quale verranno affrontati i temi legati agli impegni assunti insieme in direzione e si discuterà anche di quello, sapendo che è per definizione un organismo. di nomina del segretario.