Polemica sull’IMU: “Mazzola si candida al Comune o all’asilo?”

Riceviamo e pubblichiamo

“Come si fa ad affidare per altri 5 anni Tarquinia ad un sindaco che invece di rispondere con serietà alle istanze dei cittadini gioca a far anagogie con i significati dei nomi? Mazzola si candida ad amministrare Tarquinia o a fare da capoclasse all’asilo?”

Così Diletta Alessandrelli, dirigente provinciale della Giovane Italia e segretaria dell’associazione Tarquinia Futura, risponde al sindaco di Tarquinia Mauro Mazzola in merito allo sperpero di denaro pubblico di questa amministrazione.

“La battaglia che Tarquinia Futura porta avanti ormai da mesi in materia di IMU è volta semplicemente a chiedere che il sindaco, la giunta e il consiglio comunale si prendano l’impegno, votando una mozione in vista del bilancio, di mantenere le aliquote IMU al minimo per prime case e attività produttive, agricole, commerciali ed artigianali, nessuno ha chiesto al sindaco di votare il bilancio domani.

In questo periodo di crisi è importante fare attenzione alle necessità dell’ impresa, motore della nostra economia e fonte di reddito e lavoro per tutti, basterebbe la responsabilità di maggioranza e opposizione ad assumersi un impegno a loro tutela.

Millantare che la mancata riscossione dell’ IMU andrebbe ad incidere sui servizi del comune è un’offesa ai cittadini di Tarquinia che in questi anni hanno visto l’amministrazione Mazzola buttare 14 milioni di euro di compensazioni Enel in cemento, ghisa ed opere inutili.

Forse a Mazzola sfugge che i ricorsi non si fanno ai ministeri e che esistono delle istituzioni giudiziarie preposte, chiedere lo stato di zona svantaggiata per Tarquinia, è una strada percorribile, ma di certo meno credibile rispetto ad una reale e diretta assunzione di responsabilità da parte del comune.

Già da anni infatti Tarquinia è stata riconosciuta zona svantaggiata per l’agricoltura, ma non per l’ interezza del suo territorio e tale status non riconosceva alle attività agricole il diritto di esenzione a fini ICI, ma solo a fini INPS per la manodopera.

Se, quindi, non è stato possibile ottenere l’esonero contributivo in tempi ben più rosei di questo per la finanza pubblica ci domandiamo come il comune possa pensare di ottenerlo in un periodo di crisi come questo che stiamo vivendo, dove lo stato ha bisogno di liquidità e, soprattutto per l’agricoltura, ogni territorio risulta svantaggiato.

Bisogna dare alle categorie la tranquillità di un impegno serio a loro garanzia, e non fare inutili chiacchiere su questioni di principio”.