Politiche 2022, Gino Stella (Noi Moderati): “Chi pensa alle piccole aziende? Vanno tutelate dal carobollette: sono il motore fiscale e occupazionale di questo Paese”

Riceviamo da Gino Stella e pubblichiamo

“Si parla tanto delle dinamiche progettuali per le grandi aziende, delle opportunità che per esse nascono dal PNRR, ma alle piccole aziende chi ci pensa? Chi le aiuta e sostiene in un momento grave come questo, con le bollette alle stelle e la tentazione di mollare tutto per i troppi costi da sostenere?”: interviene con decisione Gino Stella, candidato nella lista Noi Moderati per la Camera dei Deputati nel collegio plurinominale Lazio 2 – 01, sul tema della crisi per le piccole realtà imprenditoriali e commerciali.
“Ripeto: alle piccole attività, ai negozi, ai piccoli centri commerciali, agli artigiani, chi ci pensa? Vivo da anni immerso personalmente in questa realtà, e quanto messo in campo sinora su questo tema è, per usare un eufemismo, deludente”, ribadisce Stella, che a 18 anni ha scelto la strada dell’imprenditoria che, oggi, continua in ambito balneare, del commercio e della ristorazione.
“Quello che, in questo momento, lo Stato dovrebbe fare  – la ricetta di Stella – è sovvenzionare la piccola impresa, quelle piccole attività che sono il motore del paese, fiscalmente parlando e anche dal punto di vista occupazionale. Vanno aiutate il più possibile soprattutto a pagare le bollette, trovare un modo per calmierarle. Come? Con sgravi fiscali, riduzioni delle accise, o ancora con crediti d’imposta sulle merci non vendute: ci sono mille soluzioni per sostenere le aziende più piccole, soprattutto nei settori in crisi, per rilanciarle e fare in modo che non chiudano: è un’emergenza cui trovare una soluzione prima dell’autunno, che sarà assieme all’inverno il momento più duro”.
“Dobbiamo essere chiari e realisti: l’obiettivo principale, oggi, è far rimanere aperte le attività: un problema che vedo a Tarquinia, dove sono il presidente dell’associazione commercianti, ma che si riflette un po’ ovunque. Lo Stato dovrebbe inventarsi una formula per spingere a nuove aperture, magari garantendo i primi due o tre anni liberi da imposte, permettendo agli imprenditori di affrontare lo sforzo iniziale con serenità e trovarsi di fronte al prelievo fiscale solo una volta che l’azienda è a regime”.