“Roma imperiale!… te posso sfótte un po’?”: Cesare Aloisi torna a raccontare la storia in romanesco

Torna a scrivere il professor Cesare Aloisi, che in questi giorni arriva in alcune librerie e negozi di Tarquinia con la sua ultima fatica “Roma imperiale!… te posso sfótte un po’?”.

Già autore di varie pubblicazioni – su tutte, nel 2000, Etruskiade, poema eroicomico in dialetto romanesco – Aloisi si cimenta oggi in un libro che ripercorre, in ottave di endecasillabi romaneschi, talvolta introdotte da brevi spunti di prosa, la storia di Roma dalla sua fondazione alla calata dei barbari e alla caduta dell’Impero.

“Non è facile per me trovare le parole giuste per descrivere il mio libro e trasmettere, ad un pubblico che non lo ha ancora letto, le sensazioni che può suscitare. – spiega Aloisi – Tanto meno so come promuoverlo. Del mio libro so solo che prima di pubblicarlo l’ho riletto infinite volte, ed ogni volta ho sperimentato un senso di pienezza, di soddisfazione, di piacere; ad ogni episodio, ad ogni pagina, ad ogni espressione, per la cura stilistica particolare che avevo dedicato ad ogni sfumatura del racconto. Mi limiterò a descrivere la trama principale, senza addentrarmi nei dettagli. Certo una descrizione scarna non riuscirà a trasmettere quell’atmosfera unica che la storia di Roma, raccontata con un’ottica particolare riesce a creare”.

Dopo alcuni capitoli dedicati alla nascita della città ed al periodo monarchico, la narrazione si sofferma su alcuni eventi cardine della repubblica, per poi spaziare approfonditamente sulle gesta, spesso riprovevoli, della maggior parte degli imperatori, fino ad interpretare la soddisfazione dei barbari e dei popoli sottomessi da Roma per la caduta dell’Impero.

“Due sono i personaggi che raccontano la storia di Roma: – spiega Aloisi – il narratore, austero rappresentante della scontata, barbosa, fredda storia ufficiale, è un personaggio di comodo, in quanto il suo ruolo è di offrire ad uno scanzonato vate, vero protagonista onnipresente, l’opportunità di controbattere, con umorismo ed ironia, alcune avventate asserzioni, e di raccontare, in spiritose ottave in dialetto romanesco, gli eventi fondamentali. Il lettore sarà accompagnato, passo passo, nel mondo dell’antichità romana, incontrerà personaggi noti e conoscerà personaggi sconosciuti, scoprirà strane verità, vivrà sbalorditivi eventi, sperimenterà oscure profezie. Sarà spesso trascinato dentro storie strazianti, incapperà in relazioni travolgenti”.

“Il tema iniziale che mi ha ispirato è, in primo luogo, quello del contributo che gli Etruschi hanno dato alla grandezza di Roma. – continua l’autore – Al di là del mito di Romolo, pochi sanno che la fondazione di Roma, quella vera, è da attribuirsi al primo re etrusco, Tarquinio Prisco, (che tra l’altro era un tarquiniese), ed il libro, in maniera divertente, ne fornisce le prove, sia storiche che archeologiche. Pochi sanno che la forza di Roma nasce dalla progettazione e realizzazione di un esercito potente e dalla costruzione di una salda cinta muraria, opere del secondo re etrusco Servio Tullio. E, ancora una nota di orgoglio per questi bistrattati Tirreni: la repubblica, prima forma di democrazia Romana, fu fondata e vide come primi due consoli Bruto e Collatino, due Etruschi d’hoc, che condussero la rivolta contro la tirannia dell’ultimo re, Tarquinio il Superbo. E allora vai! – mi sono detto. – Frégatene di tutto e spiattella tutto quello che ti passa per la mente! E così ho fatto. Poi l’argomento m’ha preso la mano e non mi sono più fermato”.

Il libro è per il momento disponibile, per l’acquisto di una copia, solo in alcuni punti vendita di Tarquinia. Per quantità superiori è bene rivolgersi direttamente all’autore: aloisicesare34@gmail.com.