Sessanta reef ball per salvare le specie marine: i dettagli dell’intervento a Tarquinia Lido

Sessanta reef ball, campane in cemento eco-compatibile cave e bucate, posizionate intorno alle praterie di posidonia antistanti la foce del fiume Marta per permettere alle specie marine di trovare una nuova casa e scoraggiare la pesca a strascico illegale: è in questo che consiste, in poche parole, il progetto Feamp che il dipartimento di scienze ecologiche e biologiche dell’Università della Tuscia sta portando avanti lungo la costa dell’alto Lazio e che, nei giorni scorsi, ha visto apparire a largo della costa del Lido di Tarquinia una nave impegnata nel posizionamento delle campane.

Un’opera finanziata con fondi in parte europei e in parte regionali pari a 100.000 euro, coma ha spiegato in una conferenza stampa il professor Giuseppe Nascetti assieme alla collega Roberta Cimmaruta, che si occupa della supervisione scientifica del progetto, destinati alla “Protezione e ripristino della biodiversità e degli ecosistemi marini e dei regimi di compensazione nell’ambito di attività di pesca sostenibili”.

“Le reef ball sono un mezzo differente rispetto a quello usato, tra gli altri, in altri interventi simili, con l’utilizzo dei tetragoni, – hanno spiegato i due professori – con un minor effetto deterrente per la pesca illegale, anche se sono stati armati per scoraggiare questa pratica, ma una maggiore efficacia in termini di richiamo per la colonizzazione e il ripopolamento”. Nello specifico, questa maggiore disponibilità ambientale verrà sfruttata per incrementare il popolamento locale di una specie di rilievo per la pesca costiera, l’astice europeo, attraverso azioni di ripopolamento associate a questi substrati artificiali già in atto presso il Cismar, il centro ittiogenico sperimentale delle Saline di Tarquinia dell’università della Tuscia.

Tramite un sistema di monitoraggio grazie a dei marker genetici sarà, poi, possibile nel tempo valutare l’effettiva efficacia dell’intervento: un’operazione simile, sulle coste della Scozia, ha portato nell’arco di cinque o sei anni al totale ripopolamento. E già i dati sulla costa italiana relativi a progetti simili parlano di un aumento di numeri e specie, ma anche di un aumento in termini di dimensioni, fattore fondamentale anche in termini di riproduzione.

In apertura della conferenza stampa, cui erano presenti anche il consigliere regionale Silvia Blasi, il sindaco di Tarquinia Alessandro Giulivi e il Comandante della Delegazione Spiaggia di Montalto, il 1° Maresciallo NP Fabio Tasca, il professor Nascetti ha ripercorso i circa venti anni di attività dell’Università della Tuscia alle Saline di Tarquinia in tema di salvaguardia della biodiversità, elencando i vari progetti ammessi a finanziamento per un totale di circa 8 milioni investiti in questo tratto di costa.