Svago e intrattenimento nell’antico mondo etrusco

Lo svago e il gioco sono attività umane di cui ritroviamo delle tracce fin dai tempi più remoti. Anche gli Etruschi, una delle più raffinate civiltà italiche preromane, conoscevano e praticavano diverse forme di gioco, come ci testimoniano i numerosi reperti archeologici rinvenuti soprattutto nell’Etruria meridionale, nell’area dell’attuale Tarquinia. Ricostruire la vita quotidiana di un popolo tanto lontano nel tempo è sorprendente e molto interessante: il mondo etrusco si dimostra più vicino a noi di quanto potremmo immaginare.

La Necropoli Etrusca di Tarquinia

La maggior parte dei reperti archeologici etruschi che abbiamo oggi a disposizione è stata rinvenuta in siti funerari ben conservati. Da questo punto di vista, Tarquinia rappresenta un luogo unico al mondo. A Tarquinia si trova, infatti, una grande Necropoli Etrusca, risalente al VII secolo avanti Cristo. Con oltre 6.000 sepolture, è considerata la più importante di tutto il Mediterraneo. Di queste sepolture, 200 sono riccamente affrescate, dipinte con colori intensi e vivaci. Inoltre, sono tantissimi gli oggetti della vita quotidiana che sono stati rinvenuti all’interno di queste tombe. Troviamo gioielli, ornamenti di vario genere, vasi, posate, accessori del vestiario, strumenti per il trucco e anche diversi giochi.

Lo svago nel mondo etrusco

Dalle scene dipinte sulle pareti delle tombe scopriamo molti dettagli sulle scene di intrattenimento tipiche del mondo etrusco. Vediamo molte persone intente nella danza. La musica ha un ruolo molto importante in questo contesto, considerato il numero e la frequenza con cui vengono dipinti dei musicisti nell’atto di suonare. Si possono osservare diverse persone che si sfidano nella “morra”, il gioco basato sul fatto di indovinare il numero delle dita alzate dell’avversario. Un altro gioco simile è il “par-impar” che si basava sul fatto di indovinare se il numero totale degli oggetti scelti per il gioco sia pari oppure dispari. Anche dai reperti materiali rinvenuti scopriamo molto sulle abitudini di gioco degli etruschi. Scopriamo che questi erano soliti sfidarsi a dadi, oppure attraverso il lancio di precisione di differenti oggetti. Costruivano piccoli pesi in pietra e terracotta da lanciare in appositi vasi. Scopriamo anche che gli etruschi praticavano già diversi giochi da tavola, il più famoso era la “Tavola reale” molto simile all’odierno backgammon.

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Ricostruire le regole di giochi antichissimi

Ci affreschi etruschi ci permettono di ammirare molte scene di gioco, ma gli archeologici non sono ancora riusciti a ricostruire esattamente ogni tipo di gioco raffigurato, con le relative regole. Oggi è semplice conoscere nel dettaglio le regole del poker, o di qualsiasi altro gioco da torneo ci appassioni, dato che è stata fatta una formalizzazione globale della maggior parte dei giochi da competizione e da casinò. Un tempo però non era così: i regolamenti dei giochi si tramandavano quasi solo oralmente e si accennava a loro nelle opere letterarie, o venivano rappresentati nei dipinti. Di conseguenza, le regole di molti giochi antichi sono andate perdute per sempre, o quasi. Non possiamo dire che questi giochi siano andati totalmente perduti; è più corretto affermare che si sono evoluti e modificati nel corso della storia. Molti giochi sono stati tramandati di generazione in generazione per millenni, adattandosi a nuovi contesti sociali e a differenti innovazioni tecnologiche.

Inoltre, è importante precisare che nella società contemporanea lo sport e il gioco sono attività fortemente regolamentate e istituzionalizzate, con campionati, tornei e competizioni a ogni livello. Gli Etruschi, invece, concepivano il gioco in modo più libero e spontaneo, come puro svago e passatempo per il divertimento personale, all’interno della comunità o in occasione di feste e banchetti. Se per i moderni il gioco è spesso associato al concetto di competizione, per gli Etruschi rimaneva invece una sfera ludica e di socialità all’interno della comunità.

Il gioco come forma di coesione e gioia di vivere

Le rappresentazioni di giochi e danze nelle tombe di Tarquinia ci mostrano come queste attività ricreative fossero parte integrante della cultura e della vita sociale degli Etruschi, insieme ai banchetti, alla musica e ai balli. Lo svago in pubblico rappresentava un momento di coesione per la comunità, in cui si rafforzavano i legami sociali e si esprimeva la gioia di vivere. D’altronde, per gli Etruschi la vita terrena era un breve passaggio prima della morte, da godere pienamente grazie a piaceri e a divertimenti.

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