Tarquinia, allarme AVIS: “Tra dieci giorni rischiamo la chiusura!”

avis“Invece di fare la festa dei nostri 40 anni di attività, la burocrazia fa la festa a noi”. Esordisce così, in un post affidato alla propria pagina Facebook, la sezione di Tarquinia dell’Avis, che lancia un allarme che va ad aggiungersi a quelli che già preoccupano e non poco la popolazione in merito al future della sanità e dell’ospedale cittadini.

“Fra 10 giorni – continua il comunicato – verrà sospesa l’attività di raccolta sangue presso l’unità fissa gestita dall’Avis di Tarquinia presso l’Ospedale Civile, in quanto non sono stati ancora assegnati dall’Azienda Ospedaliera locali idonei (da ristrutturare a spese dell’Avis Tarquinia) adeguati alla normativa europea relativa alle attività trasfusionali di raccolta sangue ed emoderivati”.

Un problema di burocrazia e soluzione amministrative che può causare un danno ingente ad un servizio d’importanza vitale. “Un progetto è stato già presentato ed approvato dal Centro Regionale Lazio e dal SIMT di Viterbo ma giorno per giorno nasce un nuovo problema burocratico che ci rende inattivi. Di conseguenza non possiamo iniziare nemmeno i lavori di ristrutturazione. Se non si risolve in breve tempo questo problema, la nostra attività ritornerà indietro di 40 anni, quando l’Avis ancora non aveva una sede fissa e i donatori svolgevano il loro encomiabile gesto con grandi disagi”.

“Si fa presente – concludono dall’Avis – che al 20 giugno 2015 il nostro centro ha raccolto 39.800 flaconi di plasma e sangue. Il centro Avis di Tarquinia è gestito da personale volontario e nella struttura non operano medici ed infermieri della Azienda Ospedaliera. Grazie a chi sarà disposto a stare con noi ed ad aiutarci”.