Tarquinia, Catini e Centini: “La grande fuga: la maggioranza vota di non votare, umiliato il consiglio comunale”

Riceviamo da Manuel Catini (Obiettivo Comune) e Arianna Centini (Movimento Civico per Tarquinia) e pubblichiamo

Non solo hanno perso o gettato via milioni di euro in finanziamenti pubblici, non è bastato loro ridurre la scuola in una baraccopoli, ma nella tipica arroganza dei seguaci del marchese del grillo, chi ci amministra non ha sentito nemmeno il bisogno di dare spiegazioni ai cittadini.

Nonostante gli uffici hanno inserito all’ordine del giorno la mozione, ritenuta legittima, che richiedeva la rimozione dall’incarico dell’assessore Benedetti per il disastro combinato, la maggioranza ha riscritto le regole e con cavilli degni del gioco delle tre carte si è arrampicata sugli specchi per trovare pretesti e scappare via dal confronto come Speedy Gonzales.

L’assessore interessato, dopo aver dichiarato, da dietro la tastiera, che avrebbe spiegato tutto nelle sedi opportune, ha interpretato il ruolo del fuggitivo, mentre la Presidente del Consiglio Comunale, non senza imbarazzo spiegava dapprima che non si poteva votare la mozione per motivi regolamentari, poi smentendo sé stessa ha posto in votazione non il documento ma la possibilità di discuterlo o meno. E siamo alla farsa! La maggioranza si imbavagliava e piuttosto che pronunciarsi sull’operato dell’assessore Benedetti, sceglieva di darsi alla macchia.

Nessun dibattito, nessuna spiegazione, zero coraggio. Questa però caro assessore ai non lavori pubblici per lei è più di una sconfitta, è anche più di una sfiducia, perché la maggioranza ci ha fatto capire che del suo operato è proprio meglio non parlare. Quanto accaduto è grave, politicamente una delle pagine più tristi del consiglio comunale; una maggioranza che sì vergogna di sé stessa così tanto da fare come le mitiche tre scimmie, non vedo, non sento, non parlo! E senza la smentita di lor poco signori restano i fatti: i finanziamenti persi e buttati via, le scuole nei container, la totale incompetenza, e non vi salverà il silenzio, perché la vostra non risposta è essa stessa una risposta.