Tarquinia, Emanuela Poleggi sulla vicenda dei quattro cavalli abbattuti

Riceviamo da Emanuela Poleggi e pubblichiamo

Sento tra la gente malumore per l’uccisione dei quattro cavalli bradi che vagavano nel territorio di Tarquinia. Uccidere a colpi di arma da fuoco dei cavalli, ossia dei mammiferi come noi che, appunto come noi, provano paura, stress e dolore, lascia turbati.

Non sfugge che, nel caso in questione, si dovesse tenere in ottimo conto la tutela della sicurezza pubblica, oltre che del benessere degli animali. E’ facile immaginare l’esito terribile, anche per le sofferenze degli animali, se questi, invadendo una sede stradale, fossero stati causa di un incidente.

Il Sindaco, con un suo provvedimento, aveva ordinato che l’abbattimento dei cavalli fosse l’extrema ratio, qualora si rendesse necessaria, col solo fine di garantire l’incolumità pubblica. E’ noto che sedare animali è tecnica adottata quotidianamente con successo anche verso specie molto più selvatiche dei cavalli bradi.

Non ho motivo di dubitare della professionalità degli Uffici coinvolti nella vicenda e, proprio per questo, auspico che a chiunque ne faccia richiesta sia concesso, senza difficoltà, l’accesso agli atti relativi alla vicenda. Voglio contribuire con tutte le cittadine e i cittadini a costruire un Comune che sia la casa di vetro di cui tutta la Comunità si senta parte accettata.

Inoltre, chiederò un incontro all’OIPA e a tutte le associazioni che si occupano del benessere animale perché la legislazione comunale sugli animali ormai è incapace di soddisfare le esigenze sia degli animali, sia delle persone che li amano, sia delle persone che ne vogliano restare distanti. Tarquinia merita un moderno Testo Unico sugli animali, come già esiste in molti altri Comuni del nostro paese.