Tarquinia, il Cinema Etrusco proietta “Manuel”, uno dei film recentemente girati in città: sabato la presenza di regista e attori

Riceviamo e pubblichiamo

Il primo dei quattro film girati a Tarquinia negli ultimi 16 mesi approda in sala. Esce al Cinema Etrusco di Tarquinia giovedì 3 maggio 2018 “Manuel”, il primo lungometraggio di Dario Albertini, distribuito dalla friulana Tucker Film. E per l’occasione sabato 5 maggio, al termine dello spettacolo delle 20, il regista e i due protagonisti principali, Andrea Lattanzi e Francesca Antonelli, saluteranno il pubblico del Cinema Etrusco di Tarquinia.

Un racconto di formazione asciutto e pudico. Una frase, in apparenza una frase come tante, fotografa nitidamente il senso del film: «Che c’entra la speranza con i fatti?». È proprio lì, nel cortocircuito tra fatti e speranza, che abita il diciottenne Manuel. Ed è proprio il suo nome a dare il titolo al primo lungometraggio del documentarista Dario Albertini. Coprodotto dalla BiBi film di Angelo e Matilde Barbagallo con Timvision, e presentato all’ultimo Festival di Venezia (sezione Cinema nel giardino).

Il cast vede brillare il giovanissimo Andrea Lattanzi e, tra gli altri, la sempre ottima Francesca Antonelli. «Ho strappato i personaggi dalla realtà – spiega Albertini – e li ho portati dentro lo schermo, per raccontare la storia di un ragazzo di borgata appena uscito da una casa-famiglia. Manuel è una specie di gigante buono che si trova catapultato in una realtà sconosciuta ed è chiamato a fare scelte più grandi di lui. Non gli è neanche concesso il tempo di realizzare che non è più protetto in una bolla ma che si trova fuori, nel mondo vero.

Durante le riprese ho lasciato molto spazio all’improvvisazione, cercando il momento unico: ciò che accade magicamente in quel preciso istante, tra
finzione e realtà». Sequel ideale della Repubblica dei ragazzi, Manuel è un racconto di formazione asciutto e pudico, attentissimo a scansare le trappole dell’emotività e dedicato a tutti i Manuel di tutte le periferie: quelli che, nella vita, «devono fa’ er doppio della fatica», se non «er triplo». Conclude, infatti, il regista: «Manuel nasce dopo la mia esperienza dentro la Repubblica dei Ragazzi, una grande casa-famiglia. Ci ho vissuto per due anni e questo tempo mi ha permesso di realizzare il documentario omonimo, raccontando la storia della struttura e l’accoglienza che offre a giovani privi di sostegno famigliare. Con Manuel, invece, racconto l’uscita. L’uscita è una fase molto delicata. Cosa succede quando questi ragazzi sono obbligati, vista la maggiore età, a lasciare la piccola comunità che li ha fatti crescere».