Tarquinia, il Movimento Civico su Talete: “Pronti a una class action assieme al Codacons”

Riceviamo dal Movimento Civico per Tarquinia e pubblichiamo

La Talete S.p.A., oggi, si caratterizza soltanto per la messa in campo di rincari. La sola qualità del “gestore” del servizio idrico integrato dei Comuni della provincia di Viterbo che fanno parte dell’ATO 1 è quella dei distacchi operati a carico dei cittadini che, vedi per problemi economici o vedi per gli esagerati rincari, non possono pagare le proprie bollette.
Forse alla suddetta società sfugge il “misero dettaglio” che ai cittadini deve essere garantito il diritto ad avere almeno il minimo quantitativo d’acqua per il diritto all’igiene!

A questo punto riteniamo ancorchè assurda la scelta fatta dall’amministrazione regionale TUTTA di commissariare i Comuni non ancora aderenti al Gestore Unico. Uno sfregio alla volontà popolare espressa con il Referendum del 2011 sull’acqua pubblica e alla legge regionale d’iniziativa popolare n. 5/2014, legge che, a tutt’oggi, infatti giace nell’oblio.

Il Movimento Civico per Tarquinia ha trovato aberrante la scelta fatta lo scorso 13 febbraio dal Consiglio Comunale straordinario del Comune di Viterbo dove tutti, proprio tutti, i consiglieri comunali hanno espresso il proprio voto favorevole contro una mozione presentata dalla consigliera Luisa Ciambella, contro il rincaro del 46% da apportare nelle bollette della Talete dal 2020 al 2023.

Tanto per rammentare i fatti, il 30 dicembre dello scorso anno specifica chiaramente il consigliere comunale del M5S … “che ogni anno ci sarà un aumento del 9% fino al 2023, per cui se Arera concederà il prestito di 40 milioni di euro, i viterbesi si vedranno costretti a pagare l’acqua fino al 45% in più rispetto ad ora, ma questo non è dire Sì all’aumento? A cosa è servito un consiglio straordinario dove si è votato un documento che impegna il sindaco a votare contro qualsiasi aumento tariffario? Il sindaco ha trasgredito ad un impegno preso all’unanimità?” … Quindi, non meno di un mese e mezzo dopo, lo stesso consigliere M5S votava contro la revoca dell’aumento del 46% confermando di fatto la decisione presa il 30 dicembre u.s. dallo stesso consiglio comunale. In quest’ottica colpisce molto la posizione del suo partito e nello specifico del suo rappresentante in consiglio comunale che prima va a manifestare per l’acqua pubblica e poi avalla l’aumento delle tariffe del ben il 46%. Non ci resta che piangere! Sfruttare la difesa delle proprie scelte tirando in ballo i dipendenti dopo che nessuno ne ha fatto menzione ci sembra molto imbarazzante! Avvalorandolo poi con le tante dichiarazioni di collera a mezzo stampa e rese fanaticamente e faziosamente a puro uso e consumo dei social, ci lascia infine alquanto perplessi.

Pur non ritenendoci puri ci sentiamo moralmente in dovere di comunicare che il Movimento Civico per Tarquinia è fuori da qualsiasi disegno di associazionismo, anche se apparentemente apolitico. Infine, per fugare ogni dubbio ai nostri concittadini, vogliamo avvisarvi che non stiamo sventolando “bandiera bianca” ma semplicemente seguendo quella strada che potrebbe portarci fuori da questa palude immensa che si chiama Talete. Ci siamo così rivolti alla Codacons sede di Civitavecchia (associazione a tutela dei consumatori) e in particolare all’avv. Sabrina De Paolis per procedere, mediante esposto alla Procura della Repubblica con contestuale nomina di parte offesa, per mettere fine all’inaccettabile metodo di gestione dei servizi idrici nei Comuni del viterbese.

Stiamo cercando di trovare la soluzione a tutti questi mali attraverso la formazione di una “class-ation” in modo tale che i soci di Talete non persistano nel cercare di aggravare ulteriormente la situazione. Rinunciando al prestito di 40 milioni di euro chiesto ad Arera, che sarà inevitabilmente spalmato sui cittadini attraverso ulteriori rincari delle bollette, cercheremo di perseguire il fallimento della stessa società!

La gestione dell’acqua in modo pubblico e la tutela dei dipendenti cari soci, e pertanto cari Sindaci, si potrà ottenere facendo uscire dall’oblio la Legge Regionale n. 5/2014 costituendo a livello locale consorzi o aziende speciali con il dovere morale di assumere quanti, a seguito del fallmento, rischierebbero il posto di lavoro, elidendo pertanto inutili poltrone dettate dalla politica “tutta inclusa”.

Il Movimento Civico per Tarquinia