Tarquinia, la siccità prosciuga il Mignone: il fiume ridotto a poco più di un rivolo – VIDEO

di Fabrizio Ercolani

Il Fiume Mignone ridotto a poco più di un rivolo. L’ondata di siccità che sta colpendo la bassa Tuscia non risparmia neanche i corsi d’acqua. Due mesi senza alcuna pioggia con una media annuale mai registrata prima – 119 millimetri d’acqua caduti da gennaio ad oggi contro i 260 mm del 2016 e i 502 mm del 2015 – hanno fatto sì che il Fiume Mignone, spesso noto alle cronache per le sue esondazioni, questa volta balzi all’onore della cronaca perché praticamente è ridotto ad una piccola pozza d’acqua. Per non parlare poi della sua foce praticamente inesistente.

Grazie alla collaborazione di alcuni agricoltori della zona, ci siamo addentrati lungo il corso del fiume testimoniando una realtà incredibile. Dove fino a poco tempo fa scorreva il corso del fiume ora è un ammasso di detriti che l’erba sta lentamente coprendo. Le famose cascatelle non esistono più, il fiume non ha la forza per superare gli sbarramenti creati dall’uomo per limitare la sua forza. Ora è possibile anche transitare comodamente sotto i ponticelli che in caso di piena vengono sommersi dalle acque.

Uno spettacolo desolante sintomo indelebile di aridità e di siccità che non può passare inosservato. Impossibile rilevare il livello idrometrico perché dove era stata posizionata la stazione non arriva più acqua. Praticamente e secco la foce del fiume che non riesce neanche più a raggiungere il mare. E pensare che sembra che la Provincia abbia autorizzato proprio nell’area una piccola derivazione di l/s 2500 di acqua dal fiume Mignone per uso idroelettrico ad una ditta privata (questo il link: http://albopretorio.provincia.vt.it/pages/atto.aspx?atto=14774 ).

Il Mignone ha origine dalla confluenza di due torrenti, il fosso della Strega e il fosso Pusugliano nel territorio di Bassano Romano, nei monti Sabatini a Nord-Ovest del lago di Bracciano, attraversa il territorio dei Monti della Tolfa, di cui costituisce il confine settentrionale, sfociando dopo 62 km nel mare Tirreno tra Lido di Tarquinia e Civitavecchia a nord di Bagni Sant’Agostino. Il percorso iniziale del fiume è a carattere torrentizio e il suo corso ha scavato nel tempo profonde gole ancora oggi pressoché inaccessibili che conservano specie vegetali e animali altrove scomparse.

Per queste ragioni il corso del fiume Mignone è stato proposto come Sito di Interesse Comunitario (SIC) IT 6030001 – Fiume Mignone (medio corso). Il Fiume segna nella sua parte centrale il confine fra la Provincia di Roma e quella di Viterbo. Il tratto finale del fiume ha invece un carattere più fluviale che si presta anche per lo sfruttamento da parte dell’uomo. In occasione di eccezionali piogge, non è raro che il Mignone straripi nel suo corso più basso, soprattutto a valle della confluenza con il fosso Melledra. Ancora non è sbiadito il ricordo della alluvione patita dalla valle del Mignone nel 1982, che determinò la chiusura per alcuni giorni, a causa del fango depositato, della via Aurelia e della SP Litoranea. Ora però il problema è quello inverso. Ascoltando i racconti degli agricoltori della zona nessuno si ricorda un livello così basso del fiume. Tante le colture che potrebbero essere a rischio nei campi che costeggiano il corso del fiume.