Tarquinia, Ranucci replica a Mazzola: “Il passato è un regalo della vita da non rinnegare”

Riceviamo da Anselmo Ranucci e pubblichiamo

Chiedo scusa ai cittadini se mi permetto di disturbarli per qualche secondo ancora, parlando di politica locale e rispondendo all’ex sindaco Mazzola che, pur non facendo mai il mio nome, mi tira molte volte in ballo.

Non intendo stare qui a tediare chi proverà a leggere queste quattro righe di risposta, riportando una serie di fatti e circostanze che farebbero cadere in cinque secondi l’enorme fardello di odio e ingratitudine mostrati dall’ex presidente della provincia. Non voglio scendere sullo stesso piano, pur avendo mille ragioni per farlo, ma porrò con estremo garbo una domanda. Perché?

Perché un uomo, come l’ex assessore provinciale Mazzola, arrivato a fine mandato politico dopo una carriera ultra cinquattennale con il Pd, sta, da giorni e giorni, con acredine e rancore, rinnegando questo bellissimo percorso? Perché un uomo, che ha raggiunto la meritata pensione, ha bisogno di – a ragione o a torto – attaccare degli amici che lo hanno sempre sostenuto lealmente? Perché un felice nonno di un bellissimo nipote – di questo lo invido – invece di passeggiare tranquillamente tra le vie della città e tra i suoi cittadini a cui dovrebbe essere infinitamente grato, mette in atto questa guerra fatta di insulti e di profonda ingratitudine verso tutto e tutti? Perché un uomo che ha condiviso con il sottoscritto momenti anche privati di vita quotidiana e dal quale ha ricevuto più di quanto mi abbia dato per meriti e non per scelta divina – le mie 500 preferenze ad elezioni non davano fastidio in quel momento – si prodica a riempire fiumi di parole contro chi l’ha sostenuto lealmente?

Ecco, ex amico Mazzola, le domande che mi pongo e alle quali non riesco a dare delle risposte. Non mi interessa se, nel 2017, pur stando in lista con me, hai votato un altro candidato sindaco. Non mi interessa, lo dico con grande sincerità. Perché, pur avendo dato sempre il massimo per la mia città, ho preso atto della sconfitta avvenuta democraticamente e mi sono ritirato come promesso. Ma mai, dico mai, ho iniziato a prendermela con i miei concittadini, con il mio partito, con le persone con le quali ho condiviso un percorso insieme e dei quali conservo un ottimo ricordo.

La chiudo qui, chiedendo di nuovo scusa ai miei concittadini per averli di nuovo disturbati. Ritorno, senza rancore, a fare quello che ho sempre fatto, ma di una cosa vado fiero, non rinnegherò mai il mio percorso, né gli amici con i quali l’ho fatto, né la mia appartenenza verso un’idea che non può cambiare per convenienza ad ogni elezione. Perché molte volte possiamo anche non essere d’accordo, possiamo anche non condividere scelte e percorsi, ma il gioco che tanto va di moda ultimamente, il salto della quaglia, il cambia partito, non mi è mai piaciuto e mai lo potrò condividere.

Un’ultima annotazione, caro Mazzola: il segretario del PD è una risorsa incredibile in un mondo di elefanti che fanno fatica a staccare la spina, è giovane ed intelligente tanto da sapere scrivere due righe di risposta con educazione e rispetto, senza avere bisogno di scribacchìni che gli passano il compito.

Esco di nuovo di scena, facendoti un ultimo regalo. Puoi scrivere altri fiumi di parole che proveranno a portare la ragione dalla tua parte, ma sappi – e questo è il regalo che ti faccio – non troverai e non troveranno i miei concittadini altre inutili risposte a questa saga, che mi creda, ex comunista Mazzola, non interessa proprio a nessuno. Un abbraccio, Forza Tarquinia e buone elezioni a tutti. Vinca il Migliore.