#Tarquinia2019, Bergonzini: “Sulla questione dell’area dell’ex “Centro Chimico””

Riceviamo da Arrigo Bergonzini e pubblichiamo

Il comunicato del Movimento 5 Stelle, riguardante la visita programmata presso l’area dell’ex Centro Chimico con accesso dalla via Porto Clementino, appare affetto da una enfasi eccessiva, come per insinuare l’idea che la futura acquisizione “sicura” del Centro e la eventuale destinazione dell’area circostante a servizio delle scuole o delle attività produttive fosse merito esclusivo del loro gruppo.

Non è così e per onore di verità deve essere raccontata la lunga storia di tale vicenda amministrativa, che secondo il costume italico trasferisce i meriti solo a chi casualmente si trova a “tagliare il nastro finale” (vedi teatro).

L’area di oltre 5 ettari si trova in una zona privilegiata sia sotto il profilo logistico, che urbanistico – produttivo, confinante con la Zona D/2 (artigianale), D/5 (commerciale) ed F/4 (servizi vari anche di natura fieristica), quest’ultima già di proprietà del Comune. L’Assessore Laura Sposetti ed il Sindaco Mencarini, consapevoli dell’importanza strategica di tale area, avevano ripreso l’iniziativa già opportunamente avviata dal
precedente assessore al patrimonio per l’acquisizione della stessa.

Avevano accelerato la procedura con varie Note agli Enti e Ministeri interessati (da ultimo anche in data 30/10/2017), che finalmente nel giugno 2018 (dopo varie sollecitazioni) comunicavano il proprio parere favorevole all’acquisizione gratuita del Bene da parte del Comune. A quel punto la proposta di deliberazione per la acquisizione suddetta veniva ”portata” in
Consiglio Comunale, dove, ad onor del vero tutte le opposizioni presenti facevano una proposta di rinvio per le opportune verifiche su eventuali presenze di elementi inquinanti nel sito in questione. Con l’adesione formale (voto favorevole) del presidente del Consiglio Arrigo Bergonzini e
del Consigliere Maurizio Perinu, la proposta di rinvio di tutta l’opposizione fu accolta, salvo immediatamente dopo attivarsi con l’Agenzia del Demanio e con il Ministero della Difesa per tutte le verifiche suddette, che dovevano essere effettuate in contraddittorio con i tecnici di tutte le parti (Comune e Ministero).

Le circostanze amministrative successive hanno impedito all’Amministrazione Mencarini di portare a compimento il progetto, fino all’acquisizione condizionata effettuata dal Commissario. Non servono, quindi, passerelle politiche, ma interventi tecnici mirati.

Dal punto di vista strettamente amministrativo l’assessore Sposetti, con l’aiuto di altri consiglieri comunali, si era anche attivata per una sistemazione urbanistica complessiva di tutta la zona interessata, che comprendeva l’acquisizione gratuita anche dell’area di mq 13.106, inserita nella lottizzazione artigianale con destinazione di standars urbanistico, ma senza obbligo convenzionato di cessione da parte degli “artigiani”, con i quali si sono svolte varie riunioni al riguardo. Per rendere comprensibile a tutti si tratta dell’area tutta recintata dove vi è un grande Casale rurale ed il Serbatoio dell’acqua (confinante con il viale principale che porta al
complesso scolastico Cardarelli).

Proprio quell’area voleva essere destinata al vicino Istituto Agrario per fini didatticosperimentali e per altri servizi necessari, stante le notevoli dimensioni (oltre un ettaro libero) nell’ambito urbano privilegiato. Anche tale iniziativa di acquisizione gratuita al patrimonio comunale è stata vanificata dalle note vicende personali ed amministrative, ma siamo sicuri che verrà immediatamente ripresa dai candidati Sindaci lungimiranti e a conoscenza del problema dello sviluppo fieristico, produttivo e di servizio del “Centro Chimico” e di quello scolastico e di miglioramento urbano dell’area sopra descritta. Non ci si deve inventare nulla, è sufficiente la conoscenza e l’impegno.

Arrigo Bergonzini