Tuscia, Panunzi (Pd): “Ho presentato un odg in Consiglio regionale contro il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi”

Riceviamo e pubblichiamo

“Ho presentato in Consiglio regionale un ordine del giorno (odg) per esprimere la netta contrarietà all’ipotesi che la Tuscia possa accogliere il deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e il parco tecnologico”. Lo afferma il vice presidente della X commissione Enrico Panunzi. Nel documento si sottolinea come, nelle valutazioni complessive di Sogin, non siano stati presi in considerazione importanti criteri, dai quali emergono chiaramente come la provincia di Viterbo non sia idonea a ospitare il sito.

“Al di là da ogni appartenenza politica occorre fare un patto istituzionale per il nostro territorio, che coinvolga amministrazioni comunali, associazioni, enti e le intere comunità locali – sottolinea il consigliere regionale del Partito Democratico – Il percorso sarà molto lungo e dovrebbe durare circa 44 mesi. Tutti insieme è possibile raggiungere un risultato positivo per la Tuscia”.

L’ordine del giorno impegna “il Presidente e la Giunta, tramite gli uffici competenti a redigere osservazioni, così come previsto dall’articolo 27 del decreto legislativo 31/2010, al fine di manifestare la netta contrarietà della Regione Lazio all’individuazione del sito per il deposito nazionale per lo smaltimento dei rifiuti radioattivi nel territorio regionale”.

Viene inoltre chiesto “di stabilire che le osservazioni dovranno tener conto: delle norme a tutela del paesaggio che i criteri utilizzati dalla Sogin non hanno tenuto in considerazione; dei criteri di localizzazione approvati nell’aggiornamento del piano di gestione dei rifiuti approvato con delibera di consiglio regionale 4/2020; della normativa regionale, in primis la legge regionale 11/2019 riguardante Disposizioni per la disciplina e la promozione dei biodistretti. Di stabilire che vengano introdotti anche criteri sanitari nella valutazione dei siti che adesso non sono in alcun modo considerate, considerato che anche l’eventuale successiva Via non sottoporrebbe l’impianto a Valutazione di impatto sanitario, mentre si ritiene che sia una componente socio-economica importantissima dalla quale non si possa prescindere.

Di stabilire che vengano introdotti anche criteri di valutazione con riferimento ai trasporti dei rifiuti radioattivi sulla base della loro attuale posizione e dei quantitativi che dovranno essere trasferiti, tenendo in considerazione le caratteristiche e le carenze delle reti infrastrutturali di comunicazione relative ai siti individuati. Di considerare ogni elemento tipico e specifico delle singole localizzazioni individuate nel territorio laziale, quali, a titolo esemplificativo e non esaustivo, il paesaggio naturale ed ambientale, l’aspetto culturale, archeologico, la coltivazione e la produzione di tipicità caratteristiche dei luoghi ed ogni elemento rafforzativo tendente a dimostrare l’inadeguatezza del nostro territorio”.