25 aprile, la nota dell’ANPI di Tarquinia: “Avremmo voluto deporre un cuscino di fiori al busto di Emanuelli”

Riceviamo dall’ANPI Tarquinia e pubblichiamo

Anche quest’anno, come l’anno scorso, la sezione Anpi di Tarquinia “10 giugno 1944” – che, ricordiamolo, è il giorno della liberazione della nostra città dai nazifascisti – avrebbe voluto deporre il 25 aprile un cuscino di fiori al busto di D. Emanuelli e dove una lapide ricorda i giovani uccisi il 14 ottobre 1943 alla Roccaccia.

Vista la situazione attuale, abbiamo doverosamente informato della nostra intenzione l’autorità comunale, indicandone tempi e modalità, fiduciosi in una risposta positiva, forse con qualche aggiustamento al nostro programma, magari al numero dei partecipanti da noi proposto. Dopo uno scambio di nostre richieste, risposte e telefonate, il 24 mattina una comunicazione del Sindaco ci informava che “… alla richiesta … non può essere dato un riscontro positivo… La cerimonia organizzata…prevede la deposizione della corona di alloro da parte del Sindaco al Monumento ai Caduti… ed è stato rivolto l’invito a tutte le associazioni combattentistiche ad individuare un’unica rappresentanza”.

Era allegata alla comunicazione la disposizione prefettizia che regolamenta le celebrazioni per il giorno della Liberazione. Dove è scritto che “…si ritengono consentite anche forme di celebrazione… e di deposizione di corone; …vengano agevolate, il più possibile forme di intese… anche per l’individuazione di un’unica rappresentanza”.

A noi pare molto chiaro che, alla luce dell’uso dei termini “anche” (non dice esclusivamente) e “agevolate” (tutt’altro che proibite), non si giustifichi il “non può essere dato riscontro positivo” da parte del Sindaco.

Abbiamo comunque deciso di non procedere con la nostra richiesta, per evitare che la vicenda potesse assumere connotazioni di un contrasto degno di miglior causa. Avremmo infatti potuto riportare proprio le disposizioni tutt’altro che ostative della nota del prefetto ed aggiungere che ci appariva del tutto normale che venisse autorizzata una semplice cerimonia di deposizione di un cuscino di fiori, che in tempi normali non troverebbe alcun ostacolo ma che, vista l’emergenza attuale, avrebbe dovuto essere semplicemente regolamentata. Analogamente a quanto accade per tante altre attività, che sono regolamentate, non proibite. Tranne quelle che rientrano in attività ad alto rischio di contagio. Forse rientra tra queste anche il deporre un cuscino di fiori, magari in dieci o in tre o una sola persona?

Il 25 aprile si celebra la festa della Liberazione e si ricordano quanti lottarono e quanti morirono per ridarci la libertà di cui noi tutti oggi godiamo. Il 25 aprile è perciò un giorno di festa, tranne che per quanti rimpiangono quel regime che ci portò rovinosamente in guerra, e non è un giorno per la commemorazione dei caduti, che vengono espressamente ricordati in altra data.

Limitarsi alla deposizione di una corona al Monumento ai Caduti, nella ricorrenza del 25 aprile ed in questo contesto, ci è apparsa una banalizzazione dell’evento, che è, e resta, la celebrazione della lotta di un intero popolo, non solamente di alcuni, lotta di tutte le forze politiche democratiche, non solamente di alcune, lotta da cui è poi nata la nostra Costituzione. Che è espressamente antifascista.

Altro valore, altro significato avrebbe assunto la deposizione di un cuscino di fiori ad Emanuelli ed ai cinque giovani trucidati alla Roccaccia; un gesto semplice ma significativo per ricordare i nomi di chi si oppose al fascismo: il medico ed antifascista attivo che sarebbe diventato il primo sindaco dopo la liberazione, Domenico Emanuelli, ed i nomi di Centini Romeo, 20 anni, dei fratelli Michele e Bernardino Correnti, 23 e 16 anni, di Manfredi Mariani, 27 anni, e di Luigi Pantalisi, 21 anni, assassinati dai nazisti grazie alla delazione ed al supporto di fascisti della nostra città.

L’Anpi, e con essa Tarquinia, avrebbero ricordato e celebrato i nostri antifascisti, nel giorno della Liberazione. Questo è il senso del 25 aprile: festeggiare la liberazione e trasmetterne i valori, le vicende e la memoria degli uomini a quanti purtroppo ancora non li conoscono.

ANPI Tarquinia