Montalto, Caci: “Bene le parole Pichetto Fratin ad Atreju”

Riceviamo da Sergio Caci e pubblichiamo

Le parole pronunciate ad Atreju dal Ministro Gilberto Pichetto Fratin arrivano dopo mesi intensi di colloqui e confronti costanti. Un dialogo serio e leale che nasce da una realtà che nei territori come il nostro è sotto gli occhi di tutti: qui la transizione energetica non è stata pianificata, ma subita.

In assenza totale di una programmazione, in territori come Montalto e Pescia si è affermato un vero e proprio fotovoltaico selvaggio. Un’espansione senza regole, che ha consumato suolo agricolo, alterato il paesaggio e messo in crisi l’equilibrio tra produzione energetica e tutela del territorio. Questo è il prezzo altissimo che abbiamo pagato, e che continuiamo a pagare.

Non siamo mai stati contro le rinnovabili. Ma denunciamo da mesi con forza che senza pianificazione l’opportunità si trasforma in un danno. E in alcuni casi, come nel nostro, un danno che rischia di essere permanente. Siamo già oltre i limiti: in queste aree non solo si produce energia in eccesso, ma si registrano fenomeni di accumulo e sovrapproduzione che dimostrano chiaramente che si è superata la soglia della sostenibilità.

Per questo le parole del Ministro rappresentano oggi uno speraglio di speranza. Non perché “sia andato tutto bene”, ma perché finalmente si riconosce che serve uno stop, un cambio di fase, e soprattutto che ciò che è accaduto qui non deve accadere altrove. Il nostro territorio ha fatto da monito, pagando uno scotto altissimo.

Ringraziamo il Ministro Pichetto Fratin non solo per le dichiarazioni, ma per il confronto costante avuto in questi mesi e per la capacità di ascoltare le istanze che arrivano dal basso. Dire oggi che non è più necessario incentivare nuove installazioni è un atto di responsabilità verso quei territori che sono già andati oltre.

Ora si apre una seconda fase, che non può essere rimandata: quella della riconversione. Bisogna fermare il fotovoltaico selvaggio, valorizzare e ottimizzare ciò che esiste, e restituire ai territori una parte di ciò che è stato loro sottratto.

Per realtà come Montalto e Pescia, che hanno sacrificato oltre misura la propria superficie agricola, il principio deve essere chiaro e concreto: bolletta zero per residenti ed esercenti. Non un sussidio, ma una forma di giustizia territoriale. L’energia prodotta qui deve tornare qui.

È una vittoria parziale, perché il danno c’è stato. Ma è una vittoria necessaria, perché può impedire che quel danno continui e si replichi altrove. Meno caos, più pianificazione. Meno sfruttamento, più riconversione. Meno rendite, più comunità. Questa non è una celebrazione, ma un atto di denuncia e insieme una lieta notizia: la possibilità, finalmente, di fermarsi e di cambiare rotta.