Autostrada Tirrenica: “La SAT impone al territorio solo insicurezza stradale”

Riceviamo e pubblichiamo

marco_tosoni_19102011I lavori dell’autostrada per il lotto 6°A nel tratto Tarquinia Civitavecchia proseguono a pieno regime, con i loro enormi bulldozer lungo l’Aurelia che a destra e sinistra distruggono ormai l’unica strada di collegamento del territorio, la SS1Aurelia, fino a ieri strada statale, oggi in concessione alla SAT per la realizzazione dell’autostrada Tirrenica.

Vale la pena ricordare che la SAT, andando al di là delle prescrizioni C.I.P.E. del 2008, ha rinunciato in toto all’originario progetto di realizzare un percorso autostradale parallelo alla già esistente S.S.Aurelia, per accogliere una soluzione progettuale che prevede la realizzazione dell’ autostrada direttamente in sovrapposizione al tracciato della Aurelia, con un risparmio di spesa per la realizzazione (per la SAT) pari a circa 1,7 miliardi di Euro. Dunque la SS Aurelia diventerà un’autostrada solo per far risparmiare il concessionario a danno delle comunità che vedranno l’asse modale che da venti secoli collegava gratuitamente da nord a sud il territorio della Maremma, trasformarsi in autostrada a pagamento. La SS Aurelia non sarà più strada statale, ne tantomeno sarà gratuita, visto che appena sarà conclusa l’autostrada, sarà applicato un pedaggio, a Tarquinia anche ai residenti, tra i più salati d’Europa.

Dov’è la tragedia in atto? Che allo stato attuale, non sussiste sul territorio un sistema di viabilità idoneo a rappresentare una reale ed efficace alternativa all’autostrada che si intende realizzare. Né a tale scopo appare sufficiente – come la SAT pare proporre – il mero allargamento delle piccole strade di campagna oggi esistenti, ovvero l’utilizzo delle vecchie strade interpoderali (oggi comunali) che attraversano gli abitati circostanti.

La trasformazione della S.S. Aurelia da raccordo stradale (gratuito) ad autostrada a pagamento, d’altra parte, finirebbe inevitabilmente per escludere dalla circolazione sulla nuova arteria autostradale tutto il traffico locale (quasi il 40% del traffico totale) ed agricolo, che si vedrebbe costretto a dirottare – in assenza, si ripete, di complanari alternative – sulla viabilità oggi esistente, del tutto insufficiente, sulla quale la SAT non ha previsto nessun adeguamento sostanziale. La carenza progettuale in materia di viabilità alternativa, d’altra parte, non appare nemmeno casuale. L’intento puramente speculativo perseguito dalla società concessionaria, volto a rendere quanto mai difficoltosa la viabilità ordinaria alternativa, in modo da introitare tutto il traffico sull’autostrada a pagamento (c.d. “capture”), d’altra parte, non appare nemmeno celato, ma anzi traspare chiaramente tanto dalla introduzione del sistema Free-Flow, quanto dal progetto delle complanari che tendono a incanalare comunque il traffico sull’ Autostrada.

Ma tutto questo in un paese normale non sarebbe accaduto! Come realizzare un’autostrada su una strada statale, senza aver realizzato prima una viabilità alternativa all’unica strada di raccordo per il territorio? Quale politica, quale istituzione, ente locale ha cercato di garantire alle comunità locali, la sicurezza stradale ed il diritto ad una mobilità libera e gratuita? La risposta è nessuno, né lo stato né tantomeno il sindaco, che ha preferito facilitare la SAT utilizzando tranquillizzanti comunicati stampa a favore del progetto.

Oggi la SS Aurelia è un cantiere aperto, le carreggiate ristrette, rese insicure da continui lavori in corso che palesano la mancanza di concrete alternative alla mobilità, costringendo tutti a stare su una strada pericolosa ed insicura, solo per risparmiare i costi dell’adeguamento preventivo della litoranea e delle strade vicinali. Questo per i Tarquiniesi è inaccettabile, soprattutto per i residenti della zona Pantano e Farnesiana che come me ogni giorno affrontano una vera e propria “roulette russa” per andare e venire dalla propria abitazione o posto di lavoro. Per molti la SS Aurelia, è ancora l’unica strada percorribile, visto cha la SAT non ha previsto altro, né tantomeno un ponte sul Mignone, alternativo a quello del viadotto sulla SS Aurelia.

Su questo alcuni cittadini di Tarquinia hanno inoltrato un ricorso al Tar che è ancora in attesa della discussione nel merito, dove si denunciava il diritto negato ai Tarquiniesi di potersi spostare, senza allungare la viabilità di 20 Km, al fine di raggiungere il ponte alternativo (zona S. Agostino) al viadotto sul Mignone attualmente posto sulla SS Aurelia. Tutti questi gravi disagi si potevano evitare prendendo prima sul serio le osservazioni al progetto dei cittadini e residenti, poi, facendo proprie le proposte di viabilità presentate dal gruppo consiliare Per il Bene di Tarquinia, che sono ancora oggi una valida alternativa all’incivile trattamento a cui è sottoposta la viabilità locale.

Il primo cittadino farebbe bene a chiedere alla SAT di adottare quella proposta di viabilità integrativa al progetto, invitandolo a rivedere le sue posizioni, per evitare disagi e l’insicurezza stradale causata da tutti i restringimenti di carreggiata, che già ci sono e che purtroppo ci saranno.

Il buon senso dice che la SAT doveva realizzare prima la viabilità alternativa all’autostrada, mettere in sicurezza la viabilità esistente, realizzando tutte quelle migliorie che servivano per una mobilità sicura e gratuita, e solo dopo, realizzare l’Autostrada! Le strade sarebbero rimaste per compensare il territorio della sottrazione della SS Aurelia, ma questo è un paese normale?

Per il Bene di Tarquinia
Marco Tosoni