Ecco come ti onoro i caduti tarquiniesi

di Romeo Manfredi Rotelli

militeLe vibrate rimostranze pubbliche che in molti, la scorsa estate, hanno espresso circa la collocazione dei barbecue de “Le sere della tagliata” a ridosso del Monumento ai Caduti di viale Dasti, sono calate nel nulla. E parimenti nel nulla son finite le considerazioni, persino ovvie, svolte a tempo e luogo sull’assoluta incompatibilità sussistente tra la sacralità del “Vittoriano” cittadino ed il carattere gaudente o, se si preferisce, musical-manducatorio della – ripetuta – manifestazione agostana. La quale, per altro, essendo quella omonima monteromanese, di caratura e rinomanza ben diverse, pervenuta alla sua 28^ edizione, non rappresenta di sicuro il massimo in fatto di creatività ed inventiva nostrane. Unica nota positiva è stata, forse per un residuo senso di pudore, l’indicazione del piazzale Europa, su manifesti, volantini e banner, quale sede della sagra ma chi la reputasse un furbesco espediente per distogliere l’attenzione dal Monumento non sarebbe da biasimare, tenuta presente l’insuperabile inidoneità allo scopo dello slargo.

Parlavo poc’anzi di sacralità del sito perché, nell’intimo sentire di tante famiglie, è là che, idealmente, sono sepolti tutti i soldati tarquiniesi d’ogni arma, corpo o specialità, che dormono l’ultimo sonno nelle sabbie africane, nelle steppe russe, nelle petraie balcaniche o nelle profondità marine. Sottolinearlo non costituisce né un rigurgito di sciovinismo, né un accesso di militarismo, né un moto retorico giacché, allora, sarebbero scioviniste, militariste e retoriche tutte le Autorità che (a questo punto con non molta coerenza), si porteranno presso quell’ara con banda, bandiere e intervento di scolaresche il prossimo 4 novembre, e poi il 25 aprile ed il 2 giugno, per le consuete celebrazioni commemorative delle rispettive ricorrenze e le connesse, altisonanti proclamazioni.

A proposito, le locali sezioni delle associazioni combattentistiche e d’arma dov’erano durante la male ubicata tre-giorni festaiola? Per dirla in gergo meteorologico, “non pervenute”, e quindi venute meno alla prima delle loro finalità statutarie. Quel che è certo è che nei giorni anzidetti sfileranno, celebreranno e rammemoreranno esse pure, con i loro labari e le giuste solennità e fierezza. Come se niente fosse, eppertanto via così, sino alla prossima grigliata fumigante, sfrigolante e irriverente.