In Grande chiude: la protesta dei venti dipendenti messi in mobilità

Supermercato
(s.t.) Rabbia e determinazione: sono i sentimenti che animano il personale del supermercato In Grande di Tarquinia, cui ieri è stato comunicato l’avvio della procedura di mobilità, già che la struttura verrà chiusa dalla proprietà entro 75 giorni.

Un colpo duro per venti famiglie, praticamente tutte di Tarquinia, che negli ultimi due anni – da quando cioè Coop ha rilevato il marchio InGrande – hanno sì convissuto con la preoccupazione della chiusura del punto vendita, ma che non si aspettavano una soluzione simile. Anche e soprattutto per le numerose rassicurazioni ottenute in questi mesi dalla proprietà: ultima, in ordine di tempo, quella dello scorso 14 gennaio quando, in Prefettura a Viterbo – e di fronte non solo al Prefetto stesso, ma anche al vicesindaco di Tarquinia Renato Bacciardi ed ai rappresentanti dei lavoratori – Distribuzione Roma, società legata a Coop a cui fanno capo i dipendenti, aveva ribadito la totale garanzia sui posti di lavoro.

Una situazione che, oltre ai 20 dipendenti di Tarquinia, ne coinvolge altri 60 dei supermercati di Anagni, Ciampino ed Ariccia, sede ieri del primo sit in di protesta, in occasione della riunione dei vertici societari, alla presenza dei sindacati, per ratificare l’inizio della mobilità.

“In questi due anni abbiamo avuto la sensazione che questo punto vendita fosse lasciato un po’ in secondo piano – si sfogano i dipendenti di Tarquinia – ma almeno avevamo la conferma della garanzia del posto di lavoro. Ora che salta tutto, è una mancanza di rispetto verso di noi, ma anche verso le istituzioni che hanno partecipato a quei tavoli, dal Prefetto al Comune alla Provincia”.

Il dissenso dei dipendenti, che si dicono pronti a manifestazioni di protesta, si rivolge a Coop. “Ci hanno voluto in Coop – spiegano – hanno acquistato il punto vendita, ora vogliamo essere trattati alla stregua di tutti i dipendenti Coop, perché questo siamo a tutti gli effetti. Si parla della cooperativa di consumatori più grande d’Europa, possibile che non ci sia soluzione per al massimo 80 dipendenti?”.

“Dopo tutte le riunioni svolte in Comune e a Viterbo – attacca il Vicesindaco di Tarquinia Renato Bacciardi – e dopo aver partecipato a tutti gli incontri, l’amministrazione comunale ed io personalmente siamo rimasti molto delusi del comportamento tenuto dai vertici Coop sulla vicenda e nei confronti dei dipendenti”.

“È facile chiudere e mettere per strada venti persone, – continua – nascondendosi dietro a un dito: che si chiami Alleanza 3.0, Unicoop Tirreno o Distribuzione Roma, per noi sempre Coop resta, e ci aspettiamo un comportamento diverso; per questo aspettiamo i dirigenti ad un incontro da tenersi il prima possibile, anche di nuovo in Prefettura: ho già chiamato Viterbo proprio per sollecitare in tal senso”.