Il giro d’Italia in kayak: fa tappa a Tarquinia l’avventura di Giulio e Lorenzo di MammaVado

mamma vado in kayak tarquiniaAd accoglierli a Tarquinia hanno trovato il mare grosso e tante onde – “e non è stato proprio piacevole!” – ma in qualche maniera l’attracco è riuscito: sta vivendo in questi giorni la sua tappa tarquiniese la missione un po’ folle di Giulio e Lorenzo, due fratelli valtellinesi che, a bordo di un kayak, stanno da circa tre mesi circumnavigando l’Italia.

Partiti da Venezia, i due – rispettivamente 25 e 16 anni – hanno costeggiato le coste adriatiche, superato lo stretto di Messina e stanno, via via, risalendo verso Genova, tappa finale del loro viaggio, dove contano di arrivare entro una ventina di giorni – meteo permettendo – in linea con la tabella di marcia di 120 giorni stilata prima della partenza. E ieri, appunto, sono arrivati in una Tarquinia particolarmente ventosa, con le onde che li hanno fatti ribaltare e costretti a trascinare il kayak ormai appesantito sin nei pressi della foce del fiume Marta.

Qui li abbiamo incontrati, raccontando subito loro dell’avventura per molti versi simile del Pirata Slurp, il tarquiniese Andrea Corridoni, che dallo scorso anno sta risalendo in canoa il mar Tirreno (in questi giorni è nei pressi di Genova) con l’obiettivo, tappa dopo tappa, di raggiungere la Spagna. Ma non sono servite troppe parole, perché la vicenda di Slurp era giunta alle orecchie di Giulio e Lorenzo nel corso del loro viaggio, raccontata loro addirittura in Calabria.

E pur con organizzazioni diverse – Giulio e Lorenzo sono seguiti da un camper e hanno un’organizzazione meno improvvisata della loro missione – le due storie si assomigliano per la passione e la punta di follia che c’è alla base. “Lo scorso anno ero al mare all’Isola d’Elba e sono stato una settimana in giro con una canoa gonfiabile – racconta Giulio – e, pur con la scomodità del caso, ho avuto l’idea di organizzare questo giro d’Italia in kayak. Tra mille peripezie – una tesi lavorata in Africa, un problema alla spalla, il forfait del primo, designato accompagnatore, sfortunatissimo nell’essersi rotto un braccio ed aver avuto problemi con gli interventi – sono riuscito a mettere tutto assieme e partire con mio fratello”. Anche se Lorenzo, di dover partire, l’ha saputo una manciata di giorni prima: “Me l’ha detto circa venti giorni prima!”, racconta divertito.

Grazie al supporto di alcuni sponsor, all’aiuto per alcuni tratti di un videomaker ed all’esperienza già maturata da Giulio come blogger e sui social, ecco insomma la versione kayak di mammavado, format che Lorenzo aveva già usato per altre sue esperienze personali ora, immediatamente, ribattezzato in mammavado.in/kayak. “Sta andando bene – ci spiegano i due – anche se l’inizio è stato difficile: poi abbiamo trovato ritmo e vissuto situazioni splendide e molto intense, nel bene e nel male”. Tipo pagaiare in mezzo ai delfini – “è successo all’altezza del Po” – o vivere momenti difficili a Brindisi, quando dall’acqua è apparsa una pinna che ai due è sembrata quella di uno squalo: “E Giulio voleva attraccare subito: l’ho preso in giro per tutto il giorno”, rivela Lorenzo. Poi le difficoltà nell’attraversare lo Stretto di Messina, che è stato anche un modo per capire da dove nascesse la leggenda di Scilla e Cariddi.

Ora la sosta forzata tarquiniese, a causa del vento e delle onde che li hanno costretti a rimandare la partenza e passare la notte in città. Ma appena il mare lo consentirà, via verso la Toscana, penultima tappa verso il traguardo ligure: il tutto raccontato sia sul blog linkato sopra, che sui social. Con già qualche idea per il futuro in testa: “Ho in mente progetti di avventure simili – rivela Giulio – anche assieme a mio fratello: appena prenderanno forma, mi farà piacere raccontarvele!”.