Istat: disoccupazione scenda all’11,5%, quella giovanile al 35,2%

Riceviamo e pubblichiamo

A febbraio 2017 la stima degli occupati è stabile rispetto a gennaio, mantenendosi su livelli prossimi a quelli dei quattro mesi precedenti. Nell’ultimo mese cresce il numero di donne occupate e cala quello degli uomini. L’occupazione aumenta tra gli ultracinquantenni e diminuisce nelle restanti classi di età. Sale il numero di lavoratori a termine, mentre calano i lavoratori a tempo indeterminato e restano stabili gli indipendenti. Il tasso di occupazione è stabile al 57,5%.

Nel periodo dicembre-febbraio si registra una lieve crescita degli occupati rispetto al trimestre precedente (+0,1%, pari a +14 mila), determinata dall’aumento dei dipendenti a termine. L’aumento riguarda le donne ed è particolarmente accentuato tra gli ultracinquantenni.

La stima delle persone in cerca di occupazione a febbraio registra un forte calo su base mensile (-2,7%, pari a -83 mila). Il calo interessa uomini e donne ed è più accentuato tra i 15-24enni e gli over 50. Il tasso di disoccupazione scende all’11,5% (-0,3 punti percentuali), quello giovanile cala di 1,7 punti, attestandosi al 35,2%.

La stima degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell’ultimo mese è in crescita (+0,4%, pari a +51 mila). L’aumento si concentra tra gli uomini, mentre calano leggermente le donne e coinvolge tutte le classi di età ad eccezione degli ultracinquantenni. Il tasso di inattività è pari al 34,8%, in aumento di 0,1 punti percentuali su gennaio.

Nel periodo dicembre-febbraio alla lieve crescita di occupati si accompagna un deciso calo dei disoccupati
(-2,0%, pari a -61 mila) e un aumento degli inattivi (+0,2%, pari a +27 mila).

Su base annua, a febbraio si conferma la tendenza all’aumento del numero di occupati (+1,3%, pari a +294 mila). La crescita riguarda sia i lavoratori dipendenti (+280 mila, di cui +178 mila a termine e +102 mila permanenti) sia in misura più contenuta gli indipendenti (+14 mila). Aumenta il numero di occupati per entrambe le componenti di genere; la crescita è particolarmente accentuata tra gli ultracinquantenni (+402 mila) e in misura più contenuta tra i giovani 15-24enni (+15 mila). Nello stesso periodo calano sia i disoccupati (-0,6%, pari a -18 mila) sia gli inattivi (-2,7%, pari a -380 mila).

Al netto dell’effetto della componente demografica, su base annua, cresce l’incidenza degli occupati sulla popolazione in tutte le classi di età e si conferma il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, anche per effetto dell’aumento dell’età pensionabile.

Differenze di genere

A febbraio 2017 la stabilità del numero di occupati rispetto al mese precedente è frutto di un aumento per la componente femminile (+0,6%) e di un calo per quella maschile (-0,4%). Il tasso di occupazione femminile sale al 48,4% (+0,3 punti percentuali), mentre quello maschile cala al 66,7% (-0,2 punti).

Il calo della disoccupazione nell’ultimo mese interessa sia la componente maschile (-2,4%) sia quella femminile (-3,0%). Il tasso di disoccupazione cala al 10,6% tra gli uomini (-0,2 punti percentuali) e al 12,8% tra le donne (-0,4 punti).

L’aumento degli inattivi tra i 15 e i 64 anni nell’ultimo mese riguarda esclusivamente gli uomini
(+1,4%) a fronte di un calo tra le donne (-0,2%). Il tasso di inattività maschile sale al 25,1% (+0,3 punti percentuali), mentre quello femminile cala al 44,4% (-0,1 punti).

Nel periodo dicembre-febbraio, tra gli uomini calano sia il tasso di occupazione (-0,1 punti percentuali) sia quello di disoccupazione (-0,2 punti) mentre cresce il tasso di inattività (+0,2 punti). Tra le donne, nello stesso periodo, aumenta il tasso di occupazione (+0,2 punti), cala il tasso di disoccupazione (-0,3 punti) e rimane stabile quello di inattività.

Nel confronto tendenziale con febbraio 2016, il tasso di occupazione cresce per entrambe le componenti di genere (+0,8 punti percentuali quello maschile, +0,9 punti quello femminile). Il tasso di disoccupazione cala per gli uomini (-0,5 punti), mentre aumenta per le donne (+0,3 punti). Il tasso di inattività è in calo per entrambe le componenti (-0,5 punti quello maschile, -1,2 punti quello femminile).

Occupazione dipendente e indipendente

Nel mese di febbraio 2017 sono stabili rispetto a gennaio sia gli indipendenti sia i dipendenti. Tra questi ultimi aumentano i lavoratori a termine (+0,9%, pari a +23 mila) a fronte di un calo dei permanenti (-0,1%, pari a -17 mila).

Nel periodo dicembre-febbraio l’occupazione cresce tra i dipendenti a termine (+1,7%, pari a +41mila), risulta stabile tra i permanenti e in calo tra gli indipendenti (-0,3%, pari a -17 mila).

Su base annua crescono sia i dipendenti (+1,6%, pari a +280 mila) sia, in misura più contenuta, gli indipendenti (+0,3%, pari a +14 mila). La crescita dei dipendenti riguarda sia i permanenti (+0,7%, pari a +102 mila) sia quelli a termine (+7,7%, pari a +178 mila). 

La partecipazione al mercato del lavoro per classi di età

A febbraio 2017 il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, cioè la quota di giovani disoccupati sul totale di quelli attivi (occupati e disoccupati), è pari al 35,2%, in forte calo rispetto al mese precedente (-1,7 punti percentuali). Dal calcolo del tasso di disoccupazione sono per definizione esclusi i giovani inattivi, cioè coloro che non sono occupati e non cercano lavoro, nella maggior parte dei casi perché impegnati negli studi. L’incidenza dei giovani disoccupati tra 15 e 24 anni sul totale dei giovani della stessa classe di età è pari all’8,9% (cioè meno di un giovane su 10 è disoccupato). Tale incidenza risulta in calo di 0,7 punti percentuali rispetto a gennaio. Il tasso di occupazione rimane stabile, mentre quello di inattività cresce di 0,7 punti.

Nella classe di età 25-49 anni il tasso di occupazione a febbraio è in calo (-0,2 punti percentuali per i 25-34enni e -0,1 punti per i 35-49enni), mentre cresce tra gli ultracinquantenni (+0,4 punti). Il tasso di disoccupazione cresce tra i 25-34enni (+0,2 punti) e cala tra gli over35 (-0,1 punti tra i 35-49enni, -0,4 punti tra gli ultracinquantenni). Il tasso di inattività cresce per le persone tra 25 e 49 anni (+0,1 punti nella classe 25-34 anni e +0,2 punti nella classe 35-49 anni), mentre cala nella classe 50-64 anni (-0,2 punti).

Guardando alla media degli ultimi tre mesi il tasso di occupazione rimane stabile tra i 15-24enni e i 35-49enni, mentre cresce tra i 25-34enni (+0,3 punti) e gli ultracinquantenni (+0,2 punti). Il tasso di disoccupazione cala tra i giovani di 15-24 anni (-1,9 punti) e tra i 25-34enni (-0,1 punti) mentre cresce tra gli ultratrentacinquenni (+0,1 punti). Nello stesso periodo il tasso di inattività cresce tra i 15-24enni (+0,8 punti) e cala nelle restanti classi di età (-0,3 punti tra i 25-34enni e gli ultracinquantenni, -0,1 punti tra i 35-49enni).

Nell’arco di un anno il tasso di occupazione cresce in tutte le classi di età con variazioni comprese tra +0,3 punti percentuali per i 15-24enni anni e +1,7 punti per gli ultracinquantenni.

Al netto dell’effetto della componente demografica, l’occupazione è in crescita su base annua in tutte le classi di età: +0,8% tra i 15-24enni, +1,0% tra i 35-49enni e +3,0% tra i 50-64enni. Si conferma quindi il ruolo predominante degli ultracinquantenni nello spiegare la crescita occupazionale, anche per effetto dell’aumento dell’età pensionabile. Il calo della popolazione tra 15 e 49 anni influisce in modo decisivo sulla variazione dell’occupazione nei dodici mesi in questa classe di età, rendendola nulla tra i 15-34enni e negativa tra i 35-49enni. Al contrario la crescita della popolazione degli ultracinquantenni amplifica la crescita occupazionale, con un conseguente aumento del divario generazionale.

Il tasso di disoccupazione cala fortemente tra i giovani di 15-24 anni (-3,6 punti) e in misura più contenuta tra gli ultracinquantenni (-0,2 punti), mentre cresce tra i 25-34enni (+1,0 punti) e rimane stabile tra i 35-49enni.

Guardando alla stima delle persone in cerca di occupazione, la dinamica della popolazione amplifica il calo tra i giovani 15-34enni e la crescita tra gli ultracinquantenni, mentre influisce sulla variazione dei 35-49enni rendendola negativa.

Il tasso di inattività cresce tra giovani di 15-24 anni (+1,0 punti) e cala nelle restanti classi di età con variazioni comprese tra -0,8 punti per i 35-49enni e -1,7 punti per gli ultracinquantenni.

Le variazioni tendenziali degli inattivi al netto delle variazioni demografiche mantengono tutte il segno negativo: il numero di inattivi cala dello 0,6% tra i giovani 15-34enni, del 3,9% tra i 35-49enni e del 4,4% tra gli ultracinquantenni.