“La storia senza fine dell’ultimo tratto SS675 Orte Civitavecchia”

Riceviamo e pubblichiamo

Nella lunga storia, 40 anni, della superstrada SS675 Orte-Civitavecchia, sono stati presentati svariati progetti per il completamento dell’opera:
“tracciato viola” che nel 2007 – presentato al VIA, approvato ed arrivato al CIPE
“tracciato blu” presentato dalla Regione Lazio nel 2011
“tracciato rosso” presentato dalla provincia di Viterbo
Attuale “tracciato verde” progetto “low cost” presentato da ANAS il 03 agosto del 2015

Tracciati progettati su cui è stato speso un patrimonio per arrivare, dopo 20 anni, a parlarne ancora di un “opera strategica” per il paese, di un opera “imprescindibile per lo sviluppo del porto di Civitavecchia e dell’intero territorio”. Parlare dello sviluppo economico del territorio distruggendo 200ha di terreno agricolo è una pura follia, un piano che darebbe una bocca di ossigeno alle lobby del cemento a discapito delle aziende agricole, del turismo sostenibile, dell’ambiente.

Per un opera cosi “importante” la politica avrebbe dovuto trovare i fondi necessari già nel 2007 quando fu approvato il tracciato viola che riceve “unanimità territoriale” che ora il senatore Minnucci reclama di non recepire nelle decisioni espresse dai vari enti per il tracciato verde.

Al tracciato in questione si sono opposte le associazioni ambientaliste LIPU, WWF, MAN, SROPU, ALTURA, ORNIS, Italia Nostra, Forum Ambientalista, Lega Ambiente, comitati locali e semplici cittadini, birdwatching e naturalisti da tutto il mondo.

Lo stesso tracciato ha ricevuto parere negativo da parte del Ministero dell’Ambiente. Il parere espresso dal ministero viene classificato dal senatore Minnucci (durante l’intervista a mecenate TV) come un “parere dato a cuor leggero” – parliamo di una relazione di quasi 100 pagine firmata da 50 tecnici coinvolti dal ministero dell’ambiente; parliamo di un parere negativo arrivato dopo mesi di lavoro in cui, lo stesso ministero dell’ambiente, il 17/06/2016 aveva chiesto ad ANAS 66 integrazioni e chiarimenti al progetto proposto. Dopo 30 gg arriva la risposta di ANAS che, con arroganza, rispose solo in parte, rimandando gli approfondimenti richiesti al progetto definitivo.

Diversamente di quando si vuole far credere in questi giorni, il tracciato non ha ricevuto il parere positivo nemmeno dalla Regione Lazio, che ha presentato una relazione di 30 pagine, e che nelle conclusioni si legge:

si ritiene che, alla luce di quanto sopra indicato in merito a specie ed habitat di interesse comunitario, contrariamente di quanto affermato dalla società proponente non possono essere escluse potenziali criticità sugli stessi, nei termini descritti, e che quindi, sia necessario procedere alla Fase 2 della procedura di valutazione di incidenza prevista dalle linee guida comunitarie (“Valutazione appropriata”)

Dato atto che le norme vigenti prevedono che per le opere strategiche con procedura di valutazione semplificata ex “legge obiettivo” la valutazione venga comunque effettuata sul progetto preliminare, con specifico riferimento alla localizzazione dell’opera, si ritiene che le criticità emerse ed articolate nella presente istruttoria non siano in se sufficienti ad esprimere, per quanto riguardano le specifiche competenze attenenti alla Direttiva Habitat e alla Direttiva Uccelli, un parere negativo ostativo alla individuazione del tracciato come proposto negli elaborati presentati, e che quindi sia possibile procedere alla successive fasi di progettazione e valutazione dell’opera.

È evidente che il passaggio alla fase 2 della procedura comporterà una successiva ed ulteriore attività di valutazione del progetto definitivo,…………… In merito si rimanda peraltro a quanto già espresso dal MATTM con nota prot. 2229/CTVA del 17/06/2016 al punto 64.

Il citato punto 64, facente parte dalla “Richiesta integrazioni del 17/06/2016” pubblicata dal MATTM, recita:

“nel caso in cui le superfici di habitat coinvolti saranno fortemente degradate e/o distrutte e/o specie protette saranno significativamente perturbate e, di conseguenza, l’impatto risulti non mitigabile, si richiede di procedere ai livelli successivi di analisi/valutazione dell’incidenza (livello 3 – VALUTAZIONE DI SOLUZIONI ALTERNATIVE e  livello 4 – definizione di misure di compensazione) …….”

Durante la stessa intervista, il senatore Minnucci fa un confronto sui tempi di realizzazione delle grandi opere tra Italia e Francia; ricordiamo al senatore Minnucci che la Francia  ha adottato il modello di dibattito aperto sulle grandi opere (débat public) finora assente in Italia. Confrontarsi con il territorio, ascoltare l’opinione di chi vive e lavora nei territori interessati dall’opera, ragionare su tracciati meno impattanti, evitare il consumo del territorio agricolo, dovrebbero essere obbiettivi prioritari di una politica responsabile .

Nel 2012, l’attuale sindaco Pietro Tidei lancia un idea geniale, un progetto low cost nella Valle del Mignone che, a suo dire, ha il vantaggio di attraversare zone molto più “modeste” dal punto di vista archeologico. Peccato che l’ex sindaco non era informato del fatto che la Valle del Mignone è una zona ZPS, inserita nella rete Natura2000, un territorio ricco di biodiversità, e non di tartarughe e grilli parlanti come lo stesso Tidei afferma in un intervista nel 2016.

E solo un caso che giovedì 25 maggio, presso il Teatro della Fondazione Ca.Ri.Civ. al polo universitario di piazza Verdi, si terrà un convegno promosso da Marietta Tidei, deputata PD, figlia del ex sindaco Pietro Tidei, dal titolo “La Civitavecchia-Orte e le infrastrutture per lo sviluppo del territorio”???

Il 10 ottobre 2015, fu lanciato un appello alle numerose istituzioni sulla responsabilità dell’eventuale approvazione di un tracciato localizzato nella fragile Valle del Mignone.

La lettera, sottoscritta da associazioni ambientaliste, comitati, associazioni di categoria, aziende agricole e turistiche della Valle del Mignone, concludeva cosi:

«Cogliamo questa sede per ribadire dunque a tutti coloro che hanno l’autorità per cambiare il tracciato scelto da Anas, la volontà di lavorare insieme per salvare la Valle del Mignone e studiare insieme una soluzione che sia rispettosa delle carte – per usare un’espressione adoperata dal Sindaco di Tarquinia – ma anche, e soprattutto, della nostra Terra e delle esigenze di chi, sebbene espropriato, su quella terra vuole continuare a viverci».

Il nostro appello non è MAI stato recepito, i nostri politici non hanno nemmeno presso in considerazione l’idea di disturbarsi, una sola volta, per ascoltare le preoccupazioni delle persone direttamente coinvolte.

Lo stesso assessore Refrigeri, che sarà presente al convegno del 23 maggio, non ha trovato il tempo necessario per accogliere le osservazioni delle associazioni ambientaliste e dei comitati locali durante l’incontro del 2 marzo 2016 presso la segreteria del suo assessorato.

Tanti sono stati i convegni e le assemblee pubbliche organizzate nella Valle del Mignone senza la presenza dei politici regionali che tanto predicano il bene di un territorio che non conoscono.

Comitato per la Difesa della Valle del Mignone