Marchio “DiVino”: piccoli pezzi di storia cittadina?

di Fabrizio Ercolani

30 settembre 2011. Una data storica per Tarquinia. Vi chiederete cosa mai sia successo? Un avvenimento eclatante che, per dirla alla repubblicana, ha messo a tacere “le critiche false e provocatorie” avanzate da “cecchini” alla ricerca perpetua “di guerre, invidia e falsità”.

Quel fatidico giorno alle prime luci dell’alba il Comune di Tarquinia ha deciso di registrare presso la Camera di Commercio il marchio “DiVino etrusco”. Tutto ciò dopo che, il 17 e 18 settembre, i banchi d’assaggio, per essere precisi, dei vini del DiVino Etrusco erano stati ospitati e non emigrati a Cerveteri.

Giusto dunque fare un “mea culpa” e ringraziare pubblicamente la consigliera Sara Torresi che a distanza di 5 anni dalla nascita dell’evento è riuscita a compiere un gesto che prima di lei nessuno era stato in grado fare.

Giusto così, per ripercorrere un po’ la storia, la manifestazione nacque nel 2006 su impulso dell’Università Agraria  in collaborazione con l’associazione di Tarquinia “Cum magno gaudio” ed ebbe come location Tarquinia Lido ed in particolare l’Avad. Il clamoroso quanto inaspettato successo spinse l’amministrazione comunale ad assumerne l’organizzazione ed a portarla nel cuore della Città, senza però mai pensare di registrare il marchio. Negli anni l’evento ha iniziato ad assumere proporzioni  gigantesche: solo in questa edizione,  gli organizzatori hanno parlato di sessantamila presenze. Il Comune dal canto suo ha foraggiato il DiVino con un contributo regale di circa 40mila euro, l’evento, attingendo ai fondi destinati dall’Enel alla valorizzazione dei prodotti locali, stesso voce dalla quale sono stati presi i 20mila euro per la Festa dell’Anguria, che in questi giorni stanno suscitando un enorme polverone circa la gestione a dir poco discutibile di tale tesoretto.

Ma tornando alla consigliera Torresi, forse leggendo anche qualche riflessione post-divino – e questa umiltà nel cogliere e captare i consigli le va riconosciuta – il 30 settembre è scattata quella molla che ha lanciato la giovane amministratrice a compiere questo passo gigantesco. Vi chiederete perché dopo 5 anni? Meglio tardi che mai; cinque anni sono stati necessari per capire se la manifestazione avesse appeal sul pubblico e portasse un positivo riscontro sull’economia tarquiniese. E dopo aver certosinamente appurato il tutto, guidata dal suo fedele Quinto Fabio Massimo, ha ritenuto che fosse giunto il momento del grande gesto. Per cui  senza “guerre, invidia e falsità” brava Sara!