“Non possiamo aspettare oltre!”: la protesta di residenti e agricoltori per il ponte crollato a ottobre a Pian di Spille e mai risistemato

Era l’8 ottobre del 2020: in una bella mattinata di inizio autunno, in località Pian di Spille si accendevano i fari della cronaca locale per il crollo di un ponticello al passaggio di un pick up, finito con il conducente a bordo nella voragine creatasi.

Rassicurati delle condizioni dello sfortunato autista, quella stessa mattina i frequentatori della zona – qualche residente e molti operatori agricoli, i cui campi si collegano a quel tratto di strada, manifestavano una preoccupazione: un’interruzione di quel tipo creava grossi disagi, costringendo a un tragitto molto più lungo per raggiungere alcune delle proprietà servite dalla strada e rendendo molto difficoltoso, se non impossibile, il transito di alcuni mezzi pesanti.

L’arrivo dell’inverno ha, in parte, mitigato la preoccupazione, ma oggi – a oltre sei mesi dall’incidente – nulla è cambiato, come dimostrano le foto scattate ieri. E scatta la protesta di residenti e agricoltori: “Ora, con l’estate, abbiamo bisogno tutti i giorni di questo tratto di strada: non possiamo aspettare oltre!”.

Alcuni di loro hanno incontrato la stampa, alla presenza anche di qualche politico locale – i consiglieri comunali Andrea Andreani (M5S) e Maurizio Conversini (Movimento Civico), il segretario PD Emanuele Scomparin, Luigi Caria del PCI e, sempre per il Movimento Civico, Arianna Centini – spiegando le proprie ragioni. “Non è l’unica strada che permette di arrivare in quest’area, perché è un anello, ma sia comunque costretti a un tragitto molto più lungo. Poi, più avanti, con i mezzi pesanti che verranno a portare via i pomodori, questa sarà l’unica strada possibile di accesso, perché all’altro ingresso non riuscirebbero a girare. Si tratta di un lavoro da fare immediatamente!”

“Inoltre – spiegano – è anche un pericolo: le persone che passano, anche i vacanzieri che sono a Marina Velka, lo fanno a piedi, in bicicletta, ecc, passando sul trave rimasto in piedi, o comunque cercando un modo per attraversare. Inoltre, la segnaletica è quella che è: soprattutto di notte si tratta di un pericolo vero”.

Il problema, a quanto affermano, è anche comprendere di chi sia la competenza. “Speriamo ce lo spieghino! A noi hanno detto che la competenza è dell’Arsial, che ha appaltato il lavoro. Da gennaio sono state fatte le perizie che parlano di un importo di circa 6.000 euro di lavoro per il ripristino, il problema è che i tempi sono troppo lunghi”. Ma c’è chi ricorda che, in passato, quella strada fosse stata asfaltata dall’amministrazione comunale allora guidata da Mauro Mazzola, facendo pensare che almeno un tratto di essa sia di competenza comunale. E con il Comune c’è stato un fitto colloquio. “Ci hanno detto che proveranno a chiedere all’Arsial di fare il lavoro e poi venir rimborsati, per velocizzare i tempi, anche perché la cifra è relativamente bassa”. E si era proposto anche di mettere provvisoriamente una piastra di ferro, magari come proposto da Conversini usare la vecchia bascula della Barriera San Giusto, ma pare la tratta sia troppo lunga per una soluzione simile.