Sperimentazione in Agricoltura: l’Università Agraria fa la sua parte

Riceviamo e pubblichiamo

In un momento di crisi come quello attuale la sperimentazione cerealicola è un dovere per gli Enti agrari. I privati non possono rischiare, i margini sono davvero esigui. Spiega l’assessore al Centro Aziendale Renzo Bonelli. Da anni l’Università Agraria si è posta come interlocutore privilegiato di Enti di ricerca e strutture legate al mondo agricolo. I risultati conseguiti sono stati spesso oggetto di pubblicazione sulle riviste di settore a maggiore diffusione segnando punti di riferimento importanti per le scelte compiute dagli operatori agricoli. Rinnovata l’alleanza strategica con il C.R.A. (unità di ricerca per la valorizzazione qualitativa dei cereali di Roma). Il loro campo sperimentale è da tempo centro di imputazione di dati tra i più significativi. Un partner di eccelsa professionalità che da anni su scala nazionale si adopera a sostegno dell’agricoltura. Continua altresì il lavoro sinergico con il Consmaremma. Le varietà proposte e sperimentate hanno dato risultati inattesi e rese migliorative con indiscusso vantaggio. La gestione diretta di terreni in regime rigorosamente biologico sono una potenzialità importante da sfruttare a beneficio di tutti, anche attraverso la sperimentazione. Utile anche la corretta divulgazione dei dati raccolti che naturalmente compete alle realtà che materialmente conducono la ricerca su basi pluriennali.

Viste le misure di prining inserite nella nuova PAC appare fondamentale l’avviamento in regime biologico dei terreni, così come già fatto dall’Università Agraria, selezionare le giuste varietà cerealicole un’esigenza fondamentale per ottimizzare la resa aziendale.

Il biologico si sta trasformando da nicchia ad attività strategica ed economicamente vantaggiosa.