Tarquinia a un anno dal voto: una riflessione di Giancarlo Capitani sulla necessità del “campo moderato”

Riceviamo da Giancarlo Capitani e pubblichiamo

Si avvicinano le elezioni comunali e fervono i preparativi. Eppure anche a Tarquinia, come a livello nazionale, da più parti si avverte la necessità di riorganizzare un “campo moderato”, che nella nostra città ha sempre ricoperto un ruolo fondamentale nello scenario politico e amministrativo locale.

Un “centro” inteso non come luogo geografico della politica, ma come luogo di aggregazione delle culture liberal-democratiche, riformiste, che sappia incidere, anche a livello locale, sull’azione di governo del territorio, in una visione prospettica di sviluppo economico, sociale e culturale, capace di accogliere le nuove sfide tecnologiche, disegnare moderni assetti urbanistici, coniugare tradizione ed innovazione per costruire la città del futuro.

Le esperienze degli ultimi 15 anni, segnatamente caratterizzate da nuove formazioni come quella de “La Margherita”, che fu forza politica determinante nelle elezioni comunali del 2007, o dei “Moderati e Riformisti”, che altrettanto ebbe un ruolo chiave nel risultato elettorale all’Università Agraria nel 2016, stanno a ricordarci che quella cultura politica, ancor oggi, può offrire un contributo importante, non solo in termini elettorali, alla gestione della cosa pubblica ed al dibattito politica della nostra comunità.

L’auspicio è che presto a livello locale qualcuno sappia organizzare di nuovo quel campo, non con la funzione di essere ago della bilancia di questa o di quella coalizione, ma con l’intento di dare voce ed identità ad istanze provenienti dal mondo dell’associazionismo, delle attività produttive, delle professioni, della società civile, che necessitano di essere rappresentate per una visione “riformatrice” del modello di sviluppo del nostro territorio.