#Tarquinia2019 – Scadenze, date, burocrazie e norme: ecco come le liste si preparano al voto, tra firme da autenticare e tempi da rispettare

Il conto alla rovescia è scattato già da un po’: da quando la data dell’Election day è stata confermata al 26 maggio, le forze politiche tarquiniesi hanno attivato anche le burocrazie per presentarsi regolarmente sulla linea di partenza della corsa elettorale. Se le trattative politiche sono ancora serratissime, infatti, e non sono da escludersi sorprese, c’è tutta una parte relativa a scadenze, compilazioni e sottoscrizioni che le forze politiche non possono snobbare.

Ma andiamo passo dopo passo a scoprire cosa potrebbero riservarci le settimane a venire e a cosa, invece, sicuramente dovremo rivolgere l’attenzione.

Innanzitutto, le date: come ulteriormente ben chiarito dal documento sulle istruzioni per la presentazione e l’ammissione delle candidature – diffuso on line nei giorni scorsi dal Dipartimento per gli affari interni e territoriali-Direzione centrale dei servizi elettorali – “la presentazione delle candidature alla carica di sindaco e delle liste dei candidati alla carica di consigliere comunale con i relativi allegati deve essere effettuata dalle ore 8 del 30º giorno alle ore 12 del 29º giorno antecedenti la data della votazione”. Vale a dire, nel caso specifico, dalle 8 del 26 aprile alle 12 di sabato 27.

Entro quella scadenza, insomma, va consegnato il materiale in Comune, con candidati sindaci, liste a sostegno, programmi, loghi, referenti ecc; il tutto corredato dalle firme di sottoscrizione da parte degli elettori. In un comune con una popolazione come Tarquinia, bisogna presentare un numero minimo di 100 firme di sottoscrittori (e massimo di 200) per ciascuna lista di candidati, apposte su appositi moduli riportanti il contrassegno di lista, il nome, cognome, luogo e data di nascita di ciascuno dei candidati, nonché il nome, cognome, luogo e data nascita di ognuno dei sottoscrittori.

La firma di ogni sottoscrittore, inoltre, deve essere autenticata da uno dei soggetti espressamente indicati dalla legge (la n. 53/1990), e cioè da “notai, i giudici di pace, i cancellieri e i collaboratori delle cancellerie delle corti di appello, dei tribunali ovvero delle sezioni distaccate di tribunale, i segretari delle procure della Repubblica, i presidenti delle province, i sindaci metropolitani, i sindaci, gli assessori comunali e provinciali, i componenti della conferenza metropolitana, i presidenti dei consigli comunali e provinciali, i presidenti e i vice presidenti dei consigli circoscrizionali, i segretari comunali e provinciali e i funzionari incaricati dal sindaco e dal presidente della provincia”, oltre ai “consiglieri provinciali, i consiglieri metropolitani e i consiglieri comunali che comunichino la propria disponibilità, rispettivamente, al presidente della provincia e al sindaco”. Tali pubblici ufficiali, però, come chiarito dal Consiglio di Stato nel 2013, sono titolari del potere di autenticare le sottoscrizioni
esclusivamente all’interno del territorio di competenza dell’ufficio di cui sono titolari o al quale appartengono”.

Queste norme sono, oggi, particolarmente utili nel caso di Tarquinia: le dimissioni del sindaco, infatti, hanno portato alla decadenza del consiglio, di fatto riducendo drasticamente il numero dei concittadini che hanno la facoltà di autenticazione, già che solitamente erano i consiglieri uscenti a fare da garanti per le liste in lizza. Elementi di cui le forze politiche in gioco dovranno, necessariamente, tenere conto nei prossimi giorni.

A quel punto, la burocrazia lascerà spazio alla propaganda, alla comunicazione ed alla campagna elettorale vera e propria, almeno sino al venerdì subito precedente alle elezioni, quando a mezzanotte scatterà il silenzio elettorale: starà allo spoglio stabilire se ci sarà subito un sindaco o se servirà il ballottaggio, due settimane dopo. Spoglio che, peraltro, avverrà prima per le Europee, e solo dopo per le Amministrative, annunciando quindi una maratona anche più lunga che nel 2017.