Consigli di cinema: le recensioni di Marco – Mission: Impossible – The Final Reckoning

di Marco Poggi

Giunto all’ottavo film, della serie “MISSION: IMPOSSIBLE”, girati in quasi trent’anni, Tom Cruise sembra qui accomiatarsi dal suo agente segreto Ethan Hunt, regalandoci un’ultima sua missione davvero disperata, per salvare il mondo da un’invisibile Intelligenza Artificiale, che ha spinto certe spie a fare in modo che il mondo si distrugga, tramite il lancio di missili atomici (un classico apocalittico, che funziona sempre).

La pellicola, creata dall’omonimo telefilm, anni’60-70 (che in Italia, prima di Tom Cruise, era noto soprattutto per l’indimenticabile colonna sonora, che partiva con un fiammifero che dava fuoco ad una miccia, creata da Lalo Schifrin), si collega a tutte le altre sette precedenti, ma soprattutto a “MISSION: IMPOSSIBLE DEAD RECKONING”, del 2023, sempre diretta da Christopher McQuarrie, di cui questa è la seconda parte. Atteso per due lunghi anni, dai fan di Tom Cruise e dai patiti di spionaggio di genere, il film parte dalla ricerca delle due chiavi dell’episodio precedente, che servono per aprire il portello dei missili di un sottomarino nucleare, per arrivare raccontarci di come Ethan Hunt convinca la Presidente USA, di Angela Bassett (bravissima e credibile), ad affidargli questa missione, che dovrà assolvere in tre giorni soltanto. Accanto a lui, la sua squadra, composta dai veterani Ving Rhames e Simon Pegg, passando per la ladra Hayley Atwell e l’assassina Pom Klementieff, legata al cattivo Esai Morales, che aveva già fatto capolino in “DEAD RECKONING”.

Tom Cruise qui non esita a buttarsi nei mari gelidi artici, rischiando di morire assiderato, pur di attivare le chiavi del sommergibile, di cui dicevo prima, a correre e correre, saltando da un biplano all’altro, in aria, coi suoi bei 62 anni sul groppone, che lo fanno sempre sembrare un quarantenne. C’è spazio anche per il resto della squadra, ma è lui che ha sempre i riflettori addosso. Dopotutto, chi conosce bene il cinema di Tom Cruise, sa che tutti suoi eroi, chi più e chi meno, si ricollegano allo spericolato pilota d’aerei Maverick, dei due “TOP GUN” e quindi si sentirà “a casa”, guardando le acrobazie di Ethan Hunt.

Cosa negativa, già notata in capitoli precedenti, è l’eccessiva lunghezza del film, dove tutto viene allungato fino all’inverosimile. Un tempo si era più diretti e concisi, ma Tom Cruise e Christopher McQuarrie sembrano interessati a seguire la strada dell’evento cinematografico epocale, già intrapresa in altre produzioni e da altri attori. Francamente, non sono fan di queste “mattonate” (provate voi a godervi un film che sembra infinito, con le sue 2 ore 2 50 di durata, in una sala dove si era solo in due persone e senza interruzioni, fra il primo e il secondo tempo!), ma c’è da dire che comprendo l’attore e il regista, forse perché hanno ritardato un anno in più (il film doveva uscire, nel 2024) e perché questo film pare davvero un addio a una saga trentennale, che ha dato molti grattacapi, anche a James Bond. Se è davvero l’epitaffio di una storica saga cinematografica, lo scopriremo, fra qualche anno, però. Chi vivrà vedrà!