Agraria, l’UDC in polemica: “Il Prezzemolino d’oro il premio per questa amministrazione: meno apparenza, più coerenza”

Riceviamo dall’UDC Tarquinia e pubblichiamo

Ora è tutto chiaro. Né Ente Pubblico, né Ente Privato, l’Università Agraria è un Ente Premiante. Non bastava la “Coltrina d’Oro” già esistente e le targhe distribuite a chiunque e per qualunque motivo, ogni assessore e consigliere sta coniando il suo personale premio da assegnare ai cittadini, perché l’apparenza inganna ma apparire è quello che sanno fare meglio.

L’ultimo nato è il “Ferro di Cavallo d’Oro” e ora ci aspettiamo “l’Elfo d’Oro”, il “Corno di bronzo”, “la Balla d’Argento” e perché no “l’Asino di Platino”, del resto ogni occasione è buona per premiare e scattare non più un solo selfie ma un vero e proprio album fotografico stile cerimonia.

Più che amministratori sembrano dei PR sempre in posa: inaugurano di tutto, anche negozi e attività private, tra poco saranno disponibili anche per le feste di compleanno e comparsate nei locali, naturalmente il premio lo portano loro.

Premiare e presenziare è l’occupazione principale degli amministratori dell’Ente, che riempie le loro agende colme di nulla e di niente. 

Sono questi gli impegni che hanno fatto ritardare la convocazione del consiglio dell’Ente, richiesta dalla minoranza compatta, di più di un mese, con il Presidente (del Consiglio quello per ora senza fascia) Perinu troppo assorbito da mostre e comparsate, tanto da non aver tempo di firmare un pezzo di carta e inviarlo ai consiglieri.

Del resto anche il Presidente Tosoni (quello con fascia) con fotografa al seguito non si è potuto occupare del destino del campeggio, per sua stessa ammissione in consiglio, nemmeno della sua messa in sicurezza: consigliamo di utilizzare meglio il suo tempo ora che le prove per la sua fascia verde non lo occupano più. C’è poco da ridere, perché si sta oltrepassando il confine della decenza, altro che Comune bis, siamo al delirio da social e media.  E dire che loro erano i tecnici con le scarpe sporche d fango.