Al C.A.T. Bakxai, di Guido Sileoni e Carlo Brignola

Carlo Brignola Guido Sileoni TarquiniaSi inaugura stasera, giovedì 28 luglio, alle 18 e 30, presso il C.A.T. – Centro d’Arte Tarquiniese, in via delle Torri a Tarquinia, Bakxai – Baccanti, mostra di Guido Sileoni e Carlo Brignola.

Curato da Zinghereria, l’evento è patrocinato dall’Università Agraria  e dall’assessorato alla Cultura del Comune di Tarquinia e proseguirà sino al prossimo 14 agosto. L’orario di apertura del C.A.T. nelle due settimane di esposizione è il seguente: 10,30-13,00 e 18,00-24,00.

Di seguito, riportiamo integralmente l’introduzione all’evento scritta da G.E. Carretto.

Le Baccanti sono le seguaci di Dioniso, il più giovane degli dei nati da Zeus. Dioniso è “il Zeus delle donne”, gli uomini non fanno parte del suo corteo. Euripide nella sua tragedia narra una delle storie di Dioniso, nella quale il re di Tebe, Pènteo, si oppone al culto del nuovo dio che trascina con sé le donne e le allontana dai loro doveri. Per questo viene punito perché le Baccanti, fra le quali è Agave, la sua stessa madre, nel furore ispirato dal dio, l’uccidono, squartandolo come farebbero con la selvaggina. Sembrerebbe, dunque solo una storia in cui l’empietà viene punita. Ma Dioniso è un dio dal carattere enigmatico, misterioso, contradditorio. È il dio-maschera, dai cui riti nasce la tragedia teatrale. Basta la presenza di una maschera perché la sua assenza si muti in presenza. È il dio dai molti nomi, Bacco “il virgulto, il tralcio di vite”, Zagreo “il grande cacciatore”, Dioniso “il nato due volte”, Eno “il vino”. Nel mito si sdoppia, nasce da Demetra o da Persefone, viene ucciso e nuovamente squartato come selvaggina dai Titani e dal suo corpo si sviluppa la vite. Ma rinasce da una mortale, Semele, “la sotterranea”, che è uccisa dal fulmine, allora Zeus chiude il bambino nella sua coscia e lo fa rinascere.

E’ tutto ambiguo e inafferrabile in queste molteplici storie. La sorte di Pènteo è quella dello stesso dio che rinasce, quindi nel mondo di Dioniso ogni morte non è vera e ogni personalità si sdoppia, come quella dell’attore che porta la maschera e diventa un altro, quando recita. Se Dioniso è il più giovane dio, è anche il più antico perché i suoi riti sono quelli preistorici della Grande Madre, la Madre Terra che genera e uccide i suoi figli, nel mondo vegetale delle eterne rinascite. E la violenza che ci appare terribile delle Baccanti, delle Menadi prese dalla mania, diventa il comportamento tenero e terribile della stessa Natura.

Ma si possono solo accennare alcuni degli infiniti aspetti di questa storia, i cui significati si moltiplicano, appena cerchiamo di afferrarla. Nella ricerca d’immagini per raccontare ancora una volta questa storia eterna, i due artisti di questa mostra  trovano un ordine, una sistemazione non solo formale che aiuta, chi osserva, ad avvertire un senso unitario per le molteplici storie narrate da Dioniso.

G. E. Carretto