Alla ricerca dei tesori perduti: a Tarquinia Roberto Riccardi, a capo del Comando Tutela del Patrimonio dei Carabinieri

“Il libro parla sì, di indagini, nel corso di questi cinquanta anni di vita del Comando per la Tutela del Patrimonio Culturale dei Carabinieri, ma parla in generale dell’arte nella storia: così, nel volume, si parla dei traffici illeciti legati ai beni culturali, dagli scavi clandestini ai trafugamenti, per lo più verso paesi esteri, ai furti di opere d’arte e oggetti di culto nei musei, nelle chiese o nelle abitazioni private. Senza dimenticare i falsi”.

A parlare è il Generale di Brigata Roberto Riccardi, da circa un mese alla guida del comando istituito nel 1969, giunto a Tarquinia, alla libreria La Vita Nova, a parlare del suo volume “Detective dell’arte”, edito da Rizzoli.

“Complessivamente, il traffico illecito di queste opere genera un volume di affari annuo di circa sei miliardi di euro, che interessa ogni area di ogni continente. – ha spiegato Riccardi – Chiaro che territori come quello di Tarquinia, con così ampie tracce di antiche civiltà e aree archeologiche così estese, sia un luogo in cui soprattutto il fenomeno degli scavi clandestini sia da monitorare con attenzione”.

Ma è possibile farci un’idea di quanti tesori siano stati persi, perché oggetto di sottrazioni e trafugamenti? “Naturalmente, un furto è chiaramente identificato quando ha per oggetto un bene conosciuto, – la risposta del Generale – ad esempio quando viene sottratta un’opera da un museo, mentre è sempre più complesso e difficile capire quanto possa esser stato preso dal sottosuolo, ad esempio nell’azione notturna di un tombarolo, in zone isolate, spesso in aperta campagna. In questi casi, le indagini procedono a ritroso e, generalmente, partono quando il bene di provenienza italiana è posto in vendita, quasi sempre all’estero, o esposto in un museo. L’Italia, dal 2004, si è dotata di un codice dei Beni Culturali secondo i cui dettami tutto quanto viene trovato nel sottosuolo e che abbia interesse archeologico, storico o artistico appartiene allo Stato. Quindi, basta risalire alla provenienza per avviare il procedimento”.

“In questo modo, sono stati individuati e recuperati numerosi beni archeologici di grande pregio, strappati con scavi clandestini anche in quest’area. – conclude Riccardi – Penso, su tutti, al Cratere di Eufronio, vaso dipinto di origine greca ma sottratto dall’area archeologica di Cerveteri. L’opera è stata individuata al Metropolitan Museum di New York, e l’indagine avviata dai Carabinieri ha permesso di accertarne sia il trafugamento da Cerveteri, avvenuto negli anni ’70, sia il trasferimento del bene prima in Svizzera, quindi negli Stati Uniti. Sono scattate una serie di rogatorie internazionali, accompagnate anche dal lavoro dei canali diplomatici, e nel 2008 il Cratere è tornato alla sua area di origine”.

Dopo l’intervista concessa a lextra.news, Riccardi è stato protagonista, di fronte ad una folta platea all’interno della libreria, di una chiacchierata condotta da Luigi De Pascalis e Sabina Angelucci, guidando gli ascoltatori alla scoperta dell’attività del Comando e raccontando loro storie e aneddoti di fascino legati a operazioni e recuperi di opere anche molto celebri.