Book Notes – Storie sbagliate e persone normali: dalle parole di Fabrizio De André a quelle di Sally Rooney

Vi è mai capitato di leggere un libro, lasciarvi trasportare dalla storia, assaporare le sue parole ma allo stesso tempo sentire come una sorta di mancanza? Siete lì, vi state godendo il momento ma c’è qualcosa che non va, vorreste un elemento che completasse il senso di quello che state leggendo: la musica.

Chi l’ha detto che solo i film possono avere una colonna sonora? Perché non aggiungere l’ascolto di un brano che si adatti a pennello alle vicende dei protagonisti dei vostri libri preferiti? Noi ci abbiamo provato ed è così che, da due grandi passioni fino ad ora rimaste isolate, è nata la rubrica Book Notes.

Ora non vi resta altro che munirvi di un qualsiasi dispositivo che vi permetta di sentire le canzoni proposte mentre leggete le recensioni e il gioco è fatto. Oggi spazio alle parole di Salley Rooney e a quelle di Fabrizio De André.

Fabrizio De André – “Una storia sbagliata” on Spotify

di Francesca Quondam Vincenzo

Per chi viaggia in direzione ostinata e contraria
col suo marchio speciale di speciale disperazione

Fabrizio Cristiano De André, 18 febbraio 1940 – 11 gennaio 1999

Ed è proprio un marchio speciale quello che nel  romanzo” Persone normali” di Sally Rooney macchia le vite dei due giovani protagonisti.

Connel e Marianne sono il perfetto stereotipo di una relazione da teen movie americano. Lui il beniamino dei compagni, il tipo da frequentare, e lei la ragazza sfigata e strana da cui tutti si tengono alla larga. Peccato però che, non appena la campanella suona e il mondo reale si riprende le loro vite, è Marianne quella che ha il potere, la ragazzina ricca con una villa da togliere il fiato in cui guarda caso è proprio la madre di Connel a lavorare come donna di servizio. Tra i due si instaura una relazione che però, sotto esplicita richiesta di Connell, sarà tenuta segreta. Non c’è da stupirsi che quindi dopo poco i due decideranno di smettere di vedersi, ma le vere complicazioni arriveranno quando, una volta ritrovatisi nello stesso college, sarà Marianne a diventare la ragazza popolare, con i due che si ritroveranno a ballare una danza dove chi conduce non è sempre il vincitore.

Sin da subito capiamo che quella che abbiamo davanti è una continua lotta di supremazia, un gioco di potere tra due persone che da quel momento in poi non riusciranno più a uscirne. E non importa quanto forte urlerai pietà perché una volta iniziata, quella “storia un po’ scontata”, quella “storia sbagliata”, non può più essere tenuta sotto controllo.

La canzone di De André “Una storia sbagliata”, dedicata a Pier Paolo Pasolini e commisionatagli dal programma televisivo della RAI “Dietro il processo sulle morti di Pasolini e Wilma Montesi”, è l’inno di una storia che non sarebbe dovuta accadere, una “storia diversa per gente normale, storia comune per gente speciale”. L’obiettivo della canzone era proprio quello di puntare il dito contro la fobia del diverso che aveva portato alla scomparsa di un grande uomo solo ed esclusivamente per la sua sessualità. E questa paura la ritroviamo anche nelle pagine della Rooney, nella sua capacità di descrivere alla perfezione quello strano senso di straniamento che si prova quando ci si rende conto che niente di quello che siamo può essere inserito in uno schema sociale preconfezionato.

Il libro non vuole darci la risposta al dilemma su cosa sia “normale” ma ci aiuta a riflettere su come il nostro essere può lasciarsi modificare quando viene a contatto con gli altri, su quanto a volte il divario tra l’immagine che gli altri hanno di noi e quella che noi stessi costruiamo giorno per giorno, tassello dopo tassello, sia in grado di creare una frattura che lacera il nostro io a tal punto da farci commettere azioni che non siamo in grado di capire. Perché alla fine nessuno di noi è normale il che equivale anche a dire che tutti lo siamo.