Cronaca dell’impresa: l’ultima di campionato con gli occhi (e il cuore) di un tifoso

(s.t.) Pubblico con soddisfazione l’oramai tradizionale racconto della partita degli Juniores della Corneto a firma dell’amico Leo Abbate. Aggiungo solo, di mio, il testo del messaggio che lo stesso Leo mi ha inviato alle ore 03:08 di sabato, in piena notte della vigilia del match decisivo poi vinto dai ragazzi.

Io non dormo neanche un minuto. Questo sabato che x me è cominciato il 2 ottobre 2010 sarà la giornata più lunga della mia passione sportiva. Ne vale la pena.

Per fortuna, invece, i ragazzi hanno dormito bene!

Questo resoconto è scritto con il sangue. L’inchiostro non sarebbe bastato a restituirvi, cari lettori, la grande gioia provata dopo la tensione, dopo le speranze e, perché non dirlo, dopo qualche ragionevole timore. La squadra dei record ha vissuto un campionato da assoluta protagonista: 30 partite consecutive in testa alla classifica, miglior difesa del campionato con solo 22 reti subite, record stagionale assoluto di vittorie consecutive, miglior realizzatore con 21 reti in 29 patite (percentuale di realizzazione: 72,41%). Dopo aver mostrato al mondo tutto ciò, i leoni di Renzo Bonelli ascendono al rango di campioni. Salgono sull’Olimpo delle grandi, non soltanto per la vittoria, ma per la correttezza, la sportività, l’onestà di tutti i ragazzi, in campo e nella vita di tutti i giorni. Ma ora, lasciatemi provare a raccontare tutto quello che ho vissuto sabato 14 maggio 2011.

Ore 14,00 del pomeriggio, Vetralla, caldo infernale: silenzio e concentrazione sul campo della Foglianese, ultimo ostacolo da superare per essere i migliori, i primi. Riscaldamento muscolare; i ragazzi sono insieme. Sanno di non dover temere nulla quando sono insieme. Il loro viso e sereno; alcuni, come sempre, sorridono. Il tempo non passa mai. Finalmente l’arbitro Donato fischia l’inizio e tutto intorno al rettangolo di gioco si sono materializzati tanti ragazzi di Tarquinia. Sono venuti con qualsiasi mezzo, alcuni perfino con il motorino. Una tifoseria variopinta e festante che commuove e fa tenerezza.

Neanche dieci minuti di gioco e Rosati si infila in area involandosi dentro l’area di rigore, il portiere lo stende platealmente e l’arbitro finge di non vedere. I tifosi di fazione avversa tacciono all’unisono; a caval… Donato, non si guarda in bocca. Sarà la prima di una lunga serie di decisioni da Re Travicello, che condizioneranno l’andamento della gara.

Al 20’ Emiliani, che giocava stringendo i denti per un fastidio alla coscia, fa fuori un paio di avversari, trova Rosati ai limiti dell’area, il bomber, decentrato rispetto alla porta, vede accorrere Codoni, lo serve con un passaggio in diagonale, grandissimo tiro: rete. Il divario fra le due compagini salta agli occhi e i vetrallesi tentano di colmarlo con un gioco fin troppo maschio: Donato non vede, non sente, non parla, non estrae cartellini. Ad un tratto, un giocatore della Foglianese lo strattona malamente a seguito di una punizione giustamente fischiata e da quel momento, il buon Donato diventa improvvisamente implacabile e fischia tutti i falli ai danni degli etruschi, estraendo sette cartellini consecutivi e buttando fuori anche l’allenatore dei locali.

Comunque, per trovare il gol della tranquillità si dovrà aspettare il secondo tempo, 18’ minuto, quando approfittando di uno dei tanti svarioni difensivi Rosati ruba palla aspetta Giamundo (entrato all’inizio ripresa a sostituire un esausto Emiliani),  che sfrecciava sulla fascia destinazione porta avversaria e lo serve per un tap-in vincente. 2 a 0.

Si soffre per il caldo, ma si continua imperterriti ad attaccare, a volte ci si espone troppo al contropiede avversario e su una di queste occasioni i locali segnano fortunosamente. Non c’è più partita, i ragazzi scossi dal gol subito, chiudono ogni corridoio, Ciurluini, Cruciani, Bordo, Celestini, Sabbatini, Forieri, Codoni, Arcorace lottano come un sol uomo; al 40’ Rosati, a porta spalancata, fallisce la più facile delle occasioni, per stanchezza e scarsa lucidità.

Donato Fischia la fine. È il tripudio. È la commozione, è la gioia. Un emissario della civitavecchiese gufa sugli spalti, telefonino in mano: dopo il secondo gol, si smaterializza e scompare. Il gioco violento della Foglianese indispettisce i ragazzi della prima squadra che sono presenti alla gara. Il giorno dopo, si rifaranno somministrando sei pappine di correzione ai pari rango  (segnano il grande Spirito, due volte Gufi, due volte Giorgi e Bisozzi). Anche questo, fa parte del calcio. Grazie a Stefano Tienforti che mi ha dato la possibilità di raccontarvi questa bella storia.

Leo Abbate