Dalle stalle alle stelle nel giro di pochi giorni: l’esempio Milan

Stadio San Siro
Foto di chatst2 da Pixabay

Quante possibilità c’erano per il Milan di primeggiare contro il PSG a casa dopo averle prese di santa ragione in precedenza? Non molte, chiaramente, eppure per la squadra lombarda la partita in questione è stata di importanza capitale per dimostrare quanto superiore sia il livello rispetto a tante partecipanti alla serie A.

Il Milan si trova in una posizione particolare, tra le altre cose, perché è al punto più basso della sua stagione se non proprio di tutto ciò che è successo dopo lo scudetto conquistato con grande fatica insieme all’allenatore Pioli; nonostante questi presupposti non esattamente positivi la squadra è riuscita a rialzare la testa e a portarsi a casa una vittoria insperata contro la più forte squadra d’Europa, con una prestazione estremamente convincente che ha riaperto poi le qualificazioni per gli ottavi di finale: una cosa che ha fatto impazzire di certo le quote delle scommesse, specie per chi le ha seguite in tempo reale.

Come ha fatto il Milan a riuscire in tale impresa?

Rispondere a questa domanda è quantomeno difficile: parliamo di una partita in cui veramente sembra esserci stato lo zampino di un potere superiore, specie considerando che all’andata la situazione era tutto fuorché rosea complice un Mbappé fuori da ogni grazia divina.

Eppure questa volta il Milan, complici baricentri bassi e ripartenze costanti, è riuscita a sopravvivere ai contropiedi del PSG e sopratutto è riuscita nel difficile compito di scardinare le difese della squadra francese. Uno stile di gioco lontano da quello intenso e sempre molto goloso, in rischio perenne, che ha portato la squadra del capoluogo lombardo a prendersi lo scudetto recentemente.

Questa partita ha visto uno stile di gioco più attento, con campi lunghi in cui giocatori individuali sono riusciti a primeggiare in duelli individuali contro alcuni dei più forti giocatori al mondo. L’habitat naturale per giocatori come Theo Hernandez, Pusilic, Reijnders, Loftus-Cheek e Leao, anche se su questi ultimi c’è bisogno di posare lo sguardo con maggiore attenzione.

Ruben Loftus-Cheek e Rafael Leao sono stati forse i due giocatori più importanti di tutta la partita contro il PSG; il primo è stato capace di rendere concreta la strategia scelta dall’allenatore Pioli mentre l’altro è stato capace di concretizzare le azioni portate avanti dal gioco del primo con il primo, galvanizzante gol.

Cuore e strategia

Il 4-2-3-1 classico del Milan è stato impreziosito dalla scelta di giocare Loftus-Cheek come vertice alto del triangolo di centrocampo, in maniera quasi speculare al PSG; il giocatore inglese, però, grazie a una prestazione individuale assolutamente invidiabile è riuscito a vincere con costanza i duelli individuali che si trovava ad affrontare.

Chiaramente non basta un singolo gol per vincere la partita, specie quando il tuo avversario è il temuto PSG. È difficile poi dire che sia stata tutta una questione strategica o se sia stata più la sensazione di essere a un passo dal baratro ad aver spronato il Milan.

Come poche altre partite che abbiamo visto nelle scommesse serie a di quest’anno, quella contro il PSG è stata la dimostrazione palpabile di come al netto del budget irrisorio che anima il campionato Italiano le squadre ci sanno fare, hanno cose da dimostrare al mondo, riescono a far sognare i tifosi e gli appassionati.

Come si fa a passare dalla sconfitta con l’Udinese nel punto più basso della stagione alla vittoria contro una delle squadre più potenti in circolazione in un campionato di pregio? Noi non lo sappiamo: chiedetelo al Milan.