#extraconfine – Federico, oggi insegnante alla St Andrews University in Scozia: “Altro che fuga di cervelli! È un piacere e una crescita continua!”

#extraconfine è una nuova rubrica de lextra.news che cerca, spera, sogna di raccontare le storie di un po’ di italiani sparsi per il mondo: partendo – come è partita l’avventura giornalistica del sito – da Tarquinia ed andando a caccia di belle realtà da condividere. Con una regola: ad ogni protagonista il compito di indicare – come in una catena – il nome di un’altra persona #extraconfine, di un’altra storia che meriti di essere raccontata.

Qui il link per l’archivio delle storie

(s.t.) “Non mi sento di dire che sono ‘scappato’ dall’Italia ed odio essere etichettato come uno dei ‘cervelli i  fuga’, come spesso accade. Quale fuga?! Andare fuori, fare esperienze, imparare diverse lingue è un piacere, un continuo imparare, un continuo crescere e vivere in una consapevolissima metamorfosi”.

Federico Mazzola ha 31 anni e, oggi, vive e lavora a St. Andrews, in Scozia – “Sono un ricercatore nel campo della fisica quantistica sperimentale ed insegno laboratorio all’ Università” – dove è arrivato al (momentaneo) termine di una carriera di formazione e professione vissuta in tante, diverse tappe in giro per l’Europa ed il mondo.

Un percorso partito dalla passione per la scienza e la scoperta e avviatosi, circa nove anni fa, da Tarquinia, suo paese di nascita.

“Cosa mi ha spinto ad spostarmi? Bella domanda”, esordisce nella chiacchierata. “Credo molto abbia inciso la curiosità – prosegue – e la voglia quotidiana di mettermi al di fuori della mia ‘comfort zone’: solo così si capisce cosa si vuole dalla vita, le proprie debolezze ed i propri punti di forza. Si cresce solo rompendo delle barriere che noi stessi ci imponiamo: barriere che non esistono ma che sono lì nella nostra mente. Conoscere ed a volte scontrarsi con diverse culture può solo che arricchire. Ci si sente parte di un piano più grande dove ognuno di noi contribuisce con il proprio essere”.

Per cui, passo dopo passo, Federico ha alzato l’asticella, cercando la propria strada ed arricchendo questo percorso di momenti, ricordi, persone ed esperienze. “Dopo la laurea a Roma, ho deciso di andare in Danimarca. Una chiamata molto molto fortunata, in quanto non avevo ancora idea di dove sarei finito. Ho avuto l’onore di formarmi e conseguire la seconda laurea in uno dei laboratori migliori al mondo nel mio campo, il sincrotrone ASTRID di Århus. Qui mi sono fatto le ossa e la passione per il mio lavoro è sbocciata piano piano: non è stata un colpo di fulmine, ma un amore lento. Dalla Danimarca mi sono poi spostato a nord, a Trondheim, in Norvegia, dove ho conseguito un dottorato di ricerca svolto in parte in Australia a Melbourne ed in Svezia nella piccola ma bellissima Lund”.

Tutti momenti cui, è chiaro, non si legano solo ricordi professionali, ma una serie di esperienze impossibili da dimenticare. “Ho dei ricordi bellissimi – racconta a proposito Federico – persone stupende che ho conosciuto, serate fantastiche a vedere l’aurora boreale nonostante ci fossero 40 gradi sotto zero. Ed è proprio dalla Norvegia che la mia avventura scozzese è iniziata: alla fine di molti sacrifici, mi dicono che ho vinto il premio come migliore dottorato della facoltà di scienze naturali. Mi offrono allora una nuova posizione da ‘Research Fellow’ che ho accettato e mi fa collaborare con molti, ma molti scienziati estremamente più bravi di me. Uno di questi alla fine del mio contratto mi offre la posizione che ho per gestire uno dei laboratori più belli che abbia mai visto, il laboratorio della “Materia Artificiale Quantistica” (Artificial Quantum Matter Lab) di St-Andrews: il nome suona complicato, ma in realtà quello che faccio consiste nel creare nuovi materiali per rendere l’energia migliore e più approcciabile da tutti”.

Insomma: una storia di successo, ma anche di tanto approccio umano, di scoperta, di rapporti e conoscenze. Una storia fatta di nostalgie – “a Tarquinia torno un paio di volte l’anno, e la famiglia è la cosa che più mi manca” – e certo non priva di difficoltà – “purtroppo ogni posto ha i suoi mille ostacoli. Ognuno diverso: a volte lavorare con persone che non hanno passione o che la hanno persa porta a situazioni molto pesanti. Ma credo questo avvenga veramente ovunque” – e che non manca di riservare sorprese: “Ho iniziato per divertimento a ballare Lindy Hop – spiega Federico – e dopo parecchi workshop in tutta Europa con insegnanti internazionali, adesso lo ballo a livelli professionali e, al di là della fisica, lo insegno in una scuola di ballo”.

Un percorso, infine, il cui prosieguo è tutto da scrivere: “Tornare a Tarquinia a fine carriera? La vita è breve ed imprevedibile. – conclude sull’argomento Federico – Ho in mente ancora moltissimi posti da vedere. Lascio dunque a voi la risposta che pensate, ma non escludo nulla”.

Anche perchè, sin qui, le esperienze umane hanno tutte volto verso il positivo. “Sono sempre stato accolto da tutti a braccia aperte. – ci risponde quando gli chiediamo se abbia subito episodi di discriminazione – e anzi molti locali sono stati di enorme aiuto nel sostenermi e nell’aiutarmi nei momenti di difficoltà. Sono fiero di essere un immigrato: sono per l’accoglienza e per lo scambio culturale. Sono Italiano e mi sento cittadino del Mondo: ho le mie radici, la mia cultura ed il mio vissuto, che possono solo arricchirsi con la cultura degli altri, con il confronto produttivo con la curiosità e specialmente senza la paura del diverso”. E Tarquinia, in effetti, ha lasciato più di qualcosa nell’animo di Federico, forse indirizzando la sua vita verso la professione che svolge ora. “Da piccolo – svela – quando ancora ero innocente e molto naïve, volevo fare l’archeologo: la voglia di cercare, scoprire, analizzare l’ho sviluppata in quei momenti”.

Se guarda al paese di origine, però, qualche nuvola c’è. “Non è Tarquinia che cambierei. – conclude – Di recente, se guardo lo stivale e vedo la direzione che la politica sta prendendo, l’odio che molte persone covano, mi sento più straniero a casa che fuori”.

Ma prima di salutare, Federico rilancia il format di #extraconfine: “Suggerire il nome di un altro italiano all’estero da suggerire per l’intervista? Volentieri! Il mio caro amico Roberto Schiano!”

#extraconfine
Nome: Federico
Dove vive: St Andrews (Scozia)
Professione: Docente universitario e ricercatore
Distanza da casa: 1.182 km