Giuseppe Volpini, il postino con la mantella

Proponiamo, di seguito,il comunicato con cui Poste Italiane ha inteso ricordare ed omaggiare Giuseppe Volpini, Peppe il Postino, primo portalettere di Tarquinia, cui oggi verrà intitolata una via della Città. Cliccando qui, invece, potrete leggere il ricordo di Franco Grassi, pubblicato in un numero del 2006 de L’extra cartaceo.

Per raccontare la storia di un uomo speciale, è necessario partire da un luogo molto speciale, la città di Tarquinia in provincia di Viterbo.

Tarquinia infatti, nell’Etruria Meridionale, è stata prima capitale etrusca, poi cittadina medioevale, infine luogo archeologico di fama internazionale e notevole vita culturale, nonostante i suoi 20 mila abitanti scarsi ed i 45 km che la separano dal capoluogo Viterbo.

Sarà stata forse la sua morfologia (che la vede ubicata su un’altura in posizione panoramica rispetto al mare antistante, affacciata sulla valle del fiume Marta), o l’ideale localizzazione geografica che la pone vicina ad alcune delle più belle città d’arte italiane (come Roma, Siena, Firenze, Pisa, Perugia, Rieti), rendendola meta di un turismo privilegiato che spazia nell’arco di 3000 anni di storia (testimoniata dalla presenza di preziosi reperti archeologici); oppure sarà stata la sua particolare conformazione di riserva naturale nella campagna maremmana, e la vicinanza ai monti della Tolfa ed ai Cimini, ad aver ispirato l’opera e la passione del protagonista della nostra storia, che affonda le sue radici agli albori del secolo scorso?

Forse si, anche se nessuno può darcene certezza, ma ci piace crederlo.

Giuseppe Volpini, classe 1883, ebbe infatti la fortuna di nascere proprio a Tarquinia e probabilmente da qui trasse la sua ispirazione, che lo portò ad amare dapprima le sue contrade, ma soprattutto i suoi concittadini.

Fu il primo portalettere della sua città a partire dal lontano 1909, fino agli anni della sua meritata pensione cui giunse nel 1953. In quegli anni che vanno a cavallo delle due guerre mondiali, il lavoro del postino era molto simile a quello di una staffetta porta-ordini: nessun orario, tanta fatica, freddo, caldo, intemperie, difficoltà nelle vie di comunicazione e scarse gratificazioni da parte del Ministero competente.

Nonostante questo, al nostro Giuseppe Volpini furono sufficienti la sua passione e la voglia di essere un valido sostegno per il prossimo, a guidarlo nell’instancabile attività di portalettere, affidandosi unicamente alla sua fida mantella ed al suo borsone sempre carico, che furono gli unici compagni nella consegna della posta nei lunghi anni del suo onorato servizio.

La parola “servizio” nel suo caso può dirsi riduttiva giacché col passare del tempo diventò lettore e scrittore di lettere, confessore e dispensatore di consigli per tutta la povera gente bisognosa del suo paese.

Non mancò di rendere servigi preziosi agli abitanti di Tarquinia spingendosi ben oltre i suoi doveri di postino, che gli valsero una grande popolarità e benevolenza da parte di tutti.

Fu proprio la profonda conoscenza della sua città e dei suoi abitanti a far sì che una volta in pensione, forte del suo amore per la storia etrusca e medioevale, e per i racconti, gli aneddoti e le curiosità riguardanti il suo contado, si trasformò in una guida turistica assai competente, originale, richiesta e stimata, consigliata persino dalle riviste turistiche all’estero, ed insignita della medaglia d’oro come “Benemerito del Turismo”.

Pertanto Giuseppe Volpini ha rappresentato la dimostrazione vivente di come lo svolgimento dell’attività di portalettere in un antico centro dal consolidato tessuto sociale, sia stato un valido sostegno per tutta la comunità, ed esempio di passione ed abnegazione; nonché l’origine della piena realizzazione nella sua successiva ed apprezzata attività di guida turistica.