“Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio”: in libreria il nuovo libro di Claudia Venuti

“Credo sia il mio libro più intimo perché è il simbolo di un viaggio diverso da tutti gli altri miei viaggi fatti con carta e penna”: torna in libreria Claudia Venuti, e dopo un percorso partito cinque anni fa con l’autopubblicazione e il successo della trilogia #PassidiMia, arriva oggi sugli scaffali con “Ho trovato un cuore a terra ma non era il mio”, edito da Sperling&Kupfer, nella grande famiglia Mondadori.

“Quante cose possiamo vivere per la prima volta? – recita la presentazione del libro – Nina, trentaseienne indipendente e solitaria, non ne vive molte, soprattutto una: innamorarsi. Maniaca del controllo com’è, pensa di poter gestire qualunque cosa, compresi i sentimenti. E se tutti vogliono qualcuno da amare, che sia anche solo un animale da accudire o una pianta da curare, lei al contrario crede fermamente di non aver bisogno di niente e di nessuno. Ma si può davvero essere felici così?”. La risposta arriva nel cuore delle pagine che, per la protagonista, sono un viaggio nel guardarsi dentro.

“Ho cercato di toccare tante “corde” della vita, – spiega Claudia – tanti sentimenti e stati d’animo provati, sentiti, respirati mentre andavo in bici con la musica nelle cuffie, mentre camminavo in silenzio a riva o mi fermavo a riflettere seduta sul mio scoglio preferito davanti al mare”.

“La nostra esistenza – continua l’autrice – è una costellazione di lezioni continue e spesso abbiamo la sensazione di non aver appreso molto o addirittura niente. La verità è che scavando un po’ a fondo, dove andiamo a nascondere tutto ciò che ci spaventa di più, risiedono tantissime risposte. La differenza sta nell’iniziare a scavare per scoprire cosa potrebbe esserci e la cosa straordinaria è che non è detto che ci siano solo brutti ricordi, ma anche tanti piccoli spiragli di luce e speranza per ricostruire il nostro presente e perché no, persino il nostro futuro. Lasciatevi la possibilità di sorprendervi ancora. La felicità è coraggio”.