Il TAR accoglie il ricorso del Comune di Tarquinia, annullata la conferenza dei servizi che autorizzava l’impianto di itticoltura offshore

Riceviamo dal Comune di Tarquinia e pubblichiamo

Con la sentenza n. 10954 del 2023, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso proposto dal Comune di Tarquinia, con l’assistenza dell’avvocato Federico Dinelli, contro la Regione Lazio per l’annullamento dell’esito della conferenza di servizi che aveva autorizzato la realizzazione di un impianto offshore di itticoltura nel tratto di mare fra Civitavecchia e Tarquinia.

Il Comune non era stato invitato ai lavori della conferenza, malgrado gli studi della stessa società proponente evidenziassero che la maggior parte delle deiezioni dei pesci, a causa del moto delle correnti, si sarebbe diretta verso il mare della città di Tarquinia. L’amministrazione comunale, venuta a conoscenza dell’esito della conferenza, ne aveva chiesto la riapertura per potervi partecipare, ma la Regione si era opposta.

Oggi il Tar ha riconosciuto che il Comune aveva ragione, perché la legge impone di invitare alla conferenza ogni “ente potenzialmente interessato”.

Tutto da rifare, quindi, anche perché non è possibile stabilire che esito avrebbe avuto la conferenza dei servizi se il Comune avesse avuto la possibilità di esprimere il suo punto di vista, avvalendosi anche dell’ausilio dei propri consulenti per valutare l’eventuale impatto ambientale.
La Regione è stata anche condannata alla rifusione delle spese processuali.

Nel 2020 il Comune di Tarquinia aveva chiesto la riapertura della conferenza dei servizi per avere la possibilità di esprimere il proprio parere nel procedimento relativo al progetto di realizzazione dell’impianto offshore perché eventualmente localizzato nella fascia costiera ricompresa tra punta S. Agostino e punta della Mattonare. Si tratta infatti di un’area adiacente e prospiciente il litorale ricadente nella competenza del Comune di Tarquinia. All’epoca l’amministrazione decise di intervenire in quanto l’allevamento in gabbie galleggianti sarebbe stato l’ennesimo impianto impattante di una già lunga serie di servitù presenti sul territorio tarquiniese e tra l’altro previsto a ridosso di un’area speciale di conservazione degli habitat naturali e seminaturali per la flora e la fauna ittiche. Sito tra l’altro riconosciuto di importanza comunitaria.

Il Sindaco Alessandro Giulivi si dichiara soddisfatto della sentenza ottenuta “perché la tutela e salvaguardia del nostro patrimonio ambientale resta uno degli obiettivi principali perseguiti da questa amministrazione”.