#iorestoacasa: ecco alcuni chiarimenti su cosa si può e non si deve fare nell’Italia che resiste al coronavirus

L’Italia come un’enorme “zona protetta” per contrastare l’avanzamento del contagio del Coronavirus: le disposizioni predisposte dal Governo e da stamani estese a tutta la nazione – e non più soltanto alle zone del Nord in precedenza coinvolte – generano anche domande e perplessità ai cittadini. Proviamo a capire cosa succede sino al 3 aprile.

Ad esempio, in molti si chiedono se il motto #iorestoacasa preveda il non poter uscire affatto. In realtà, nulla vieta di fare una passeggiata, ma chiaramente rispettando le prescrizioni e soprattutto applicando la logica necessaria a non rischiare di alimentare il contagio, quindi recandosi in luoghi non affollati e comunque mantenendo la distanza di un metro tra le persone. Inutile sottolineare come vada del tutto evitata la formazione di gruppi.

Naturalmente, anziani e persone immunodepresse devono assolutamente stare in casa. così come è assolutamente vietato uscire per le persone sottoposte a quarantena o positive.

Restando in tema di spostamenti “cittadini”, si può naturalmente fare la spesa, possibilmente una persona per famiglia, possibilmente in prossimità della propria residenza o domicilio (evitando, quindi, di andare in altri paesi). I commercianti sono tenuti a stabilire un numero massimo di persone che frequentino contemporaneamente l’esercizio, garantendo la distanza minima di un metro tra i clienti. In ogni caso, centri commerciali e supermercati saranno chiusi i sabati e domeniche. Continuano a circolare regolarmente i corrieri merci.

Gli uffici comunali prevedono la fruibilità on line di molti servizi: sono comunque garantiti i servizi essenziali e urgenti. Spostarsi per andare a pranzo dai parenti non è considerato uno spostamento necessario, sempre secondo la logica del decreto di stare il più possibile dentro la propria abitazione per evitare che il contagio si diffonda.

Come specificato anche in conferenza stampa dal Presidente del Consiglio, gli spostamenti sono consentiti per tre grandi motivazioni: lavoro, necessità e motivi di salute.

Sono, quindi, consentiti gli spostamenti per lavoro, anche tra comuni di versi, avendo con sé l’autocertificazione (qui un pezzo per chiarire bene come funziona) che comprova la necessità dello spostamento. Allo stesso modo, ci si può sempre spostare per motivi sanitari comprovati da un certificato medico, dunque per una visita o una terapia. Stazioni e aeroporti non sono chiusi, ma le forze dell’ordine verificheranno la legittimità dello spostamento (qui chiariamo meglio come e a cosa si va incontro in caso di violazione).

Per stato di necessità, si intende che ci si potrà muovere, ad esempio, in assenza di farmaci o generi alimentari. Le giustificazioni degli spostamenti potranno essere attestate con autodichiarazione attraverso la compilazione di moduli fornite dalle forze di polizia incaricate dei controlli. Rientra nelle necessità anche quella di accudire anziani non autosufficienti: la forte raccomandazione, qui, è per il fatto che si tratta della categoria a maggior rischio, e per questo va protetta dal contagio il più possibile. Si può uscire per andare a riprendere i figli in caso di separazione.

Veniamo ai locali: per bar e ristoranti orario consentito dalle 6 alle 18 (con l’obbligo di rispetto della distanza di sicurezza), centri commerciali fermi nel weekend. Farmacie e parafarmacie regolarmente aperte. Oltre a pub, discoteche, centri di aggregazione, sale giochi e sale scommesse, resteranno chiusi anche cinema, teatri, musei, palestre, piscine, centri benessere e centri termali. Chiusi anche tutti gli impianti sciistici. Chiaramente vietati gli assembramenti di persone.

Capitolo scuola: lezioni sospese fino al 3 aprile e niente riunioni di organi collegiali. Sospesi anche corsi universitari e professionali, master e attività formative tranne che per i corsi di medicina e le attività dei tirocinanti delle professioni sanitarie.

Fermi tutti i concorsi pubblici e le selezioni in aziende private – che possono però ricorrere ai colloqui per via telematica – ad eccezione di concorsi ed esami di Stato e di abilitazione alle professioni di medico, sanitarie e della protezione civile.

Si fermano tutti gli sport, incluso il campionato di calcio, ma possono tenersi a porte chiuse competizioni internazionali. Gli atleti professionisti e olimpici possono allenarsi. Si può fare sport all’aria aperta rispettando la distanza di un metro: tenete conto del fatto che un eventuale infortunio patito nel corso di una seduta di sport amatoriale che richieda soccorsi, finirebbe col sottrarre risorse all’emergenza sanitaria.

I luoghi di culto possono aprire solo se in grado di garantire la distanza di almeno un metro: sospese le cerimonie civili e religiose, inclusi i funerali.