La Fiera torna a Tarquinia: le dichiarazioni dalla conferenza stampa di presentazione

(s.t.) Torna, quindi, la Fiera di Tarquinia, come annunciato da delibere e slogan pubblicitari. Torna dal 29 aprile al primo maggio e diventa Mo.Me.M.A., sigla che serve anche a dare un taglio a un passato che lo stesso sindaco Alessandro Giulivi, in apertura di conferenza stampa, dichiara esplicitamente di non voler riaffrontare, annunciando che non risponderà a domande sul tema.

“Non chiedetemelo, perché non rivangherò su quanto è accaduto: parleremo della storia di questa Fiera e del suo futuro, non di quanto accaduto sino allo scorso anno”: le parole d’esordio del primo cittadino, che mantiene la parola, anche se in qualche intervento nel corso della mattinata un paio di frecciatina sul passato, pur indirette, vengono a galla.

A illustrare il progetto dell’edizione 2023 di Mo.Me.M.A. è Gianni Di Nardo, Segretario Generale di Unacma, Unione Nazionale dei Commercianti delle Macchine Agricole, che esordisce puntando alto: “Ci sembrava troppo poco replicare ciò che la fiera era: non volevamo fosse una ripartenza tale e quale a prima, ma abbiamo voluto progettare una nuova veste, in continuità con una tradizione che la vedesse fiera di tornare”, spiega citando il claim che campeggia sui manifesti e fa da filo conduttore della campagna di comunicazione dell’evento.

A coinvolgerlo nell’organizzazione della mostra mercato è stato il Comune di Tarquinia, che lo ha incontrato all’EIMA, la fiera internazionale del settore ospitata a Bologna grazie alla mediazione di Patrizia Menicucci, tarquiniese, ufficio stampa dell’evento, a cui l’amministrazione si era rivolta “alla ricerca di persone esterne – parole del vicesindaco Luigi Serafini – per realizzare una mostra mercato che parta da zero”.

Il progetto-guida dell’evento, illustrato da Di Nardo, è spiegato dalla nota diffusa già venerdì dal Comune di Tarquinia: suddivisione dello spazio espositivo in specifiche aree dedicate, spazi identici per gli espositori e possibilità di portare in fiera una sola macchina di punta, un’area unica dedicata a food and beverage sono le principali caratteristiche indicate come novità rispetto al passato, assieme a una cartellonistica per le indicazioni su cui più volte si è battuto il tasto in conferenza.

“Da segretario di Unacma – le parole di Di Nardo – mi sono chiesto perché molte fiere locali del settore sono in difficoltà, se non interrotte. E mi sono detto che quelle che crescono lo fanno perché non si limitano a offrire al visitatore l’esperienza della raccolta di merce esposta a casaccio, per questo abbiamo voluto immaginare un progetto”.

Un progetto che vede il Comune come centro dell’organizzazione, anche amministrativa. “Presto partirà un avviso pubblico per gli espositori – spiega Serafini – con tutte le spiegazioni su prezzi e condizioni degli spazi”. “E ci sarà una valutazione sulla qualità degli espositori”, aggiunge Giulivi, che poi tocca il tema logistico.

“Il Lido, per forza di cose, ha una sola via di ingresso – le parole del sindaco – cosa che in passato ha creato imbottigliamenti all’arrivo, perché il parcheggio si pagava subito lì. Noi organizzeremo una serie di parcheggi in cui si lascia l’auto e poi si paga con il parcometro, senza l’obbligo di fermarsi: quando il primo parcheggio si riempie, si utilizzeranno via via le altre aree, cinque in totale, sino a quella delle Saline, che ospita anche l’area camper. Insomma, cercheremo di lasciare Tarquinia lido fruibile anche ai turisti che arrivano indipendentemente dalla fiera, senza creare il traffico congestionato degli anni scorsi”.

Aspettative alte, insomma, da tanti punti di vista. “Tarquinia ha voltato pagina, – chiude il sindaco – deve avere servizi e offrirli sia a chi vuole visitarla che ai residenti, che quando la vivono devono sentirsi turisti. Il tutto con una regia ben precisa e con un investimento importante non solo sulla fiera, ma anche sul futuro della città. In fondo, il comune non ci deve guadagnare: qualsiasi cosa entrerà, sarà rispeso sul territorio”. “Ma ricordiamo che è comunque una prima edizione con queste modalità – frena un po’ Serafini – e quindi stiamo sperimentando, lavorando su un progetto che dovrà crescere negli anni”.