Mondiali senza l’Italia? I tarquiniesi adottivi ci aiutano a decidere chi tifare: Milena e l’Argentina

C’erano un francese, un tedesco… e ancora una spagnola, un brasiliano, un’argentina, ma – ahi noi – nessun italiano: e così l’avvio più classico delle barzellette diventa un piccolo grande dramma sportivo per l’Italia, in vista del calcio d’avvio della Coppa del Mondo in Russia. Per provare a vivere con un po’ di pathos l’evento, allora, noi de lextra.news siamo andati alla caccia di tarquiniesi adottivi – uno per ogni nazionalità – chiedendo loro di condividere, almeno in parte, il loro tifo “mondiale”. Ve li presentiamo via via uno ad uno e, nel frattempo, nel sondaggio diteci quale nazionale tiferete… in assenza di quella Azzurra!

Quello che sta per cominciare, per l’Argentina, è un Mondiale particolare: tra le sue fila, infatti, milita – già da tre edizioni, questa sarà la quarta – il più forte giocatore del  mondo, Lionel Messi. Senza che, questo, abbia però prodotto l’effetto sperato: cioè sollevare quella Coppa che da quelle parti manca dal 1986, quando ad alzarla fu l’altro mito – il Pibe de Oro, Diego Armando Maradona – nello storico mondiale della Mano de Dios e del gol del secolo. Persa la finale del 2014 ai supplementari – e che soddisfazione sarebbe stato vincere in casa dei rivali brasiliani – quella in Russia per “la pulce” Messi potrebbe essere l’ultima, vera occasione di trionfo, lui che per le delusioni accumulate con la maglia albiceleste aveva già annunciato il suo ritiro dalla nazionale, salvo poi ripensarci.

Riuscirà, insomma, Leo Messi a arricchire il suo dorato palmares con il trionfo mondiale? Se lo augurano tutti, in Argentina, e se lo augura, da Tarquinia, anche Milena Sileoni. Nata a Buenos Aires ha vissuto – in maniera inconsapevole, vista la giovanissima età – il trionfo casalingo dell’Argentina di Mario Kempes, per poi arrivare, nel 1982, a Tarquinia.

Ed era qui quella sera del 1986 in cui il gol di Burruchaga a Città del Messico regalò il Mondiale agli argentini. “Ma non ricordo molto – racconta Milena – se non che, per festeggiare, ci portarono a mangiare il gelato!”. Qualche ricordo in più arriva del 1990, l’anno della drammatica semifinale tra l’Italia padrona di casa e l’Argentina di Maradona, in uno stadio San Paolo di Napoli diviso tra l’amor patrio ed il legame con il suo mito calcistico: “Più che della partita, mi viene in mente un episodio della notte dopo. Abitavamo al primo piano e, come ogni volta, in occasione dei Mondiali i miei mettevano le bandiere dell’argentina sul balcone. In preda alla delusione, dei ragazzi si arrampicarono su una macchina per provare a bruciarle!”.

Da allora, per fortuna, le due squadre non si sono più incontrate se non in amichevole, e il destino mondiale Azzurro – almeno sino alla cocente esclusione di quest’anno – è stato più brillante di quello albiceleste, con la vittoria nel 2006. “Che io, naturalmente, ho festeggiato!”, rivela col sorriso Milena. Che spera di fare il bis, tra un mese, con le bandiere argentine. “Ci spero – ci spiega – perché in Argentina è un periodo di grossa crisi, ed è in situazioni simili che gli argentini tirano fuori il meglio, anche calcisticamente”.

La speranza, naturalmente, si appoggia a Leo Messi, anche se – ragionando su un calciatore di riferimento – Milena, pur non essendo un’appassionata di calcio, pensa subito ad un nome. “Quello di Diego Armando Maradona – confessa – anche se, devo ammetterlo, avevo un coniglio che chiamai Batistuta!”. Perché, se in Argentina non ha nessuna squadra del cuore – “anche se i miei propendevano un po’ più per il River” – in Italia tifa la Roma, “per motivi di famiglia!”.

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