PD Montalto, dopo il congresso guerra aperta: una corrente riconsegna le tessere

Riceviamo e pubblichiamo

Quest’oggi scrivo questa lettera aperta al mio Segretario Regionale Enrico Gasbarra non come membro dell’Assemblea Regionale, ma come semplice iscritta al Partito Democratico. Tengo a precisare che mi trovo in dovere di scrivere non solo a nome mio, ma anche a nome di tutto un gruppo di iscritti che in questo momento ha bisogno di risposte e di avere la conferma che il Partito Democratico è un partito in cui l’etica, la moralità, la politica non siano prevaricati dall’arrivismo, dall’illegalità, dalla mala politica.

Mi ritrovo, con mio sommo dispiacere, a dover denunciare pubblicamente fatti incresciosi avvenuti durante lo svolgimento di un semplicissimo Congresso Straordinario di Circolo per l’elezione del nuovo segretario a Montalto di Castro. Pur partendo dal presupposto che mai più bello è il voto, quale strumento di democrazia, durante questo momento di aggregazione e partecipazione politica è emerso che una delle due liste aveva al suo interno una candidata a membro del direttivo inconsapevole di esservi dichiarando e sottoscrivendo il tutto sul verbale del Congresso, affermando inoltre che la sua firma era stata falsificata. Questa irregolarità rappresenta la punta di un iceberg di un sistema che ha portato al degrado politico e morale di una sezione che da sempre ha costituito il cuore pulsante della sinistra montaltese.

Ad oggi questa sezione si trova ad aver perso le elezioni in maniera sconcertante (con la popolazione montaltese che ha lanciato un chiarissimo segno di malessere e di insofferenza); è una sezione che non può dialogare con i suoi consiglieri di minoranza perché questi non partecipano né alle riunioni del direttivo né alla vita del partito stesso; infine questa stessa sezione assiste al verificarsi di brogli per la candidatura a segretario. Due candidati, due liste del direttivo che avrebbero dovuto aprire una nuova fase di rinnovamento e rigenerazione del PD in ambito locale e di cui, invece, una si macchia di illegalità, dimostrando, così, di far parte di una vecchia politica feudale in cui tutto è concesso tranne il rispetto dei tesserati, e di palesare chiaramente la volontà di far prevalere gli interessi privati sugli ideali politici.

La lista in opposizione a quella che si è macchiata di tale scempio, composta da me e da tanti altri indignati e rappresentata dalla sua candidata Elisabetta Bronzetti, sostenuta da tanti tesserati, non si riconosce più nel proprio partito a causa dell’assenza di una presa di posizione e di una condanna netta e decisa da parte del Segretario provinciale della Federazione di Viterbo. Ci troviamo dunque costretti, delusi da un segnale che non è arrivato, a riconsegnare le nostre tessere.

Abbiamo sempre sostenuto con grande entusiasmo il PD e il progetto di modernizzazione del PD voluto da Enrico Gasbarra supportando la sua candidatura, rispecchiandoci nel suo modo di concepire e strutturare il circolo. Abbiamo sposato le idee del Segretario Nazionale Bersani che nel suo intervento del 9 settembre 2012 dichiarava che il PD è: “un partito che si mette in gioco perché si riduca l’inimicizia fra politica e società […]” e che: “Tutti dobbiamo avere cura del bene comune che è il PD, della speranza per l’Italia che è il PD [… ]”. Abbiamo considerato il Codice Etico del Partito Democratico la nostra unica linea guida per ricostruire la nostra sezione.

Siamo delusi, amareggiati, disillusi da persone che credono che sia più importante garantire una poltrona al proprio rappresentante (di corrente) piuttosto che ricostruire, cambiare, crescere politicamente. Abbiamo dunque bisogno di comprendere se il Partito Democratico è ancora il partito che rappresenta i nostri ideali, perché al momento a livello locale e provinciale non lo è.

Francesca Romana Sabatini