Quando la polemica diventa grammaticale: la politica tarquiniese divisa tra “zittire” e “zittare”

Strana deviazione grammaticale per la polemica divampata ieri tra il vicesindaco di Tarquinia Manuel Catini e Aldo Cecconi, del locale Partito Democratico. Dopo l’attacco social di quest’ultimo che, ieri, aveva aperto le danze – “Il vicesindaco ci spieghi se è nel partito di Forza Italia o fa parte del movimento civico Rinnova” – in serata è arrivata la replica dello stesso Catini. Che immediatamente, sui profili social, ha scatenato un inferno di commenti.

Non per il contenuto della risposta in sé, quando per il titolo, ed una forma grammaticale in esso contenuto. “Il PD zitti Cecconi se vuole ricostruire un nuovo percorso”, così esordiva il vicesindaco nella nota, e quell’imperativo è subito diventato un caso. In breve tempo, gli schieramenti dell’uno e dell’altro fronte pronti a darsi battaglia a colpi di screenshot, tra chi sostiene si tratti di un errore risibile e chi lo difende.

Alla fine, tutti fermi sulle proprie posizioni grammaticali: per l’opposizione, capeggiata da un vivacissimo Anselmo Ranucci, è una gaffe, perché in italiano si usa zittire che, alla terza singolare dell’imperativo recita “zittisca”. Tra i difensori di Catini – lui stesso è intervento sulla querelle – si fa notare come però il verbo “zittare” preveda la forma “zitti”, anche se, fa notare la controparte, si tratta di una variante toscana dell’espressione.