
Tarquinia è ufficialmente tra i 25 Comuni italiani che hanno manifestato l’interesse a candidarsi per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2028, come comunicato dal Ministero della Cultura. Dopo le anticipazioni emerse – e riportate in esclusiva da lextra.news – in occasione della presentazione del libro di Maurizio Brunori, la città etrusca ha consolidato la propria candidatura con l’adesione a un protocollo d’intesa con altri Comuni dell’Etruria Meridionale. Un’alleanza che punta a valorizzare il patrimonio culturale condiviso, in vista della prossima scadenza: entro il 25 settembre 2025, i Comuni dovranno presentare il dossier progettuale con strategie, obiettivi e piano di sostenibilità.
Il Lazio presenta tre città: Tarquinia, Anagni e Pomezia
A condividere il percorso con Tarquinia, nel contesto regionale, ci sono anche Anagni (provincia di Frosinone) e Pomezia (provincia di Roma). Ma lo scenario nazionale si presenta variegato: tra le 25 candidature figurano città capoluogo come Catania, Ancona, Forlì e Benevento; centri storici e culturali come Fiesole, Colle di Val d’Elsa, Sarzana e Galatina; e alcune unioni di Comuni, come la “Città Caudina” in Campania. L’elenco completo include anche realtà più piccole ma attive nella promozione del proprio patrimonio: da Valeggio sul Mincio a Melfi, da Bacoli a Gravina in Puglia.
Il percorso verso il 2028
Dopo l’esperienza di Matera (2019), Procida (2022), Pesaro (2024), Agrigento (2025), L’Aquila (2026) e Pordenone (2027), la nuova Capitale sarà proclamata entro marzo 2026 da una Giuria di esperti nominata dal Ministero. Il dossier che Tarquinia presenterà nei prossimi mesi rappresenterà la base per una candidatura che vuole coniugare storia, paesaggio e progettualità culturale condivisa. La sfida ora è duplice: elaborare una proposta competitiva e costruire una rete di sostegno locale e istituzionale per trasformare l’ambizione in un’opportunità concreta per tutto il territorio.
