Tarquinia e la pittura etrusca protagonisti al Medelhavsmuseet di Stoccolma

Le tombe dipinte di Tarquinia protagoniste di una conferenza a Stoccolma: il Medelhavsmuseet, il museo nel centro della capitale svedese incentrato su collezioni di oggetti principalmente antichi dell’area mediterranea e del vicino Oriente, i questi giorni ospita infatti una serie di appuntamenti che trattano la pittura antica della Tarquinia etrusca.

Da inizio anno, infatti, e sino al prossimo due giugno, è ospitata nelle sale del museo la mostra “Konsten att kopiera – Etruskiska gravmålningar i akvarell från sekelskiftet 1900” (“L’arte di copiare – Acquerelli dei dipinti nelle tombe etrusche a cavallo del 19° secolo”), con 25 acquerelli, realizzati tra il 1987 e il 1910 nell’ambito di un progetto guidato dal pittore italiano Alessandro Morani, che illustrano i dipinti presenti nelle tombe etrusche datate tra il 7° e il 3° secolo a.C. Compresa, fra gli altri, la Fanciulla Velka.

Ma nell’ambito della mostra, il prossimo 28 maggio, si terrà una conferenza in inglese dal titolo “Tombe di Tarquinia tra realtà e rappresentazione” tenuta da Matilde Marzullo, dottoranda di ricerca in Etruscologia.

“Le tombe dipinte di Tarquinia (patrimonio dell’UNESCO dal 2004) sono uno dei fenomeni più noti e indagati del contesto funerario etrusco. – recita la nota dell’Istituto Italiano di Cultura a Stoccolma – Non smettono mai di affascinare chiunque si avvicini loro fin dai tempi delle prime scoperte. Sin dal Rinascimento, artisti e studiosi popolarono la grande necropoli di Monterozzi per osservare e rendere immortali questi monumenti. Secoli di ricerca sistematica hanno considerevolmente esteso il numero di ipogei potenzialmente dipinti a Tarquinia e questo tipo di riproduzione offre contenuti e dettagli che sono ora difficili da distinguere o persi per sempre. Le recenti pubblicazioni di M. Marzullo (Grotte Cornetane – 2016 e Buried Spaces and Painted Dimensions – 2017) ci permettono di osservare questi dati nel loro complesso. Per la prima volta, infatti, un’opera raggruppa tutte le informazioni grafiche, architettoniche e descrittive. Il risultato è un sistema di strumenti creati per le esigenze specifiche della pittura murale etrusca. Questo rivela che le qualità che caratterizzano Tarquinia sembrano distinguerla dalle altre metropoli etrusche. Ciò suggerisce l’esistenza di convinzioni specifiche al centro del progetto locale dello spazio funerario che potrebbe far luce sulle ragioni, gli obiettivi, il valore sociale di questi monumenti all’interno della comunità”.

Matilde Marzullo è dottoranda di ricerca in Etruscologia. Dal 2009 fa parte del “Progetto Tarquinia” fondato da Maria Bonghi Jovino. Dal 2015 fa parte del Centro di Ricerca Coordinata “Progetto Tarquinia” dell’Università degli Studi di Milano, diretto da Giovanna Bagnasco Gianni. È responsabile degli scavi nel sito del “complesso monumentale”, ed è responsabile di specifici campi di ricerca sulla ricostruzione del profilo storico della città antica e della necropoli. È autrice e coautrice di pubblicazioni su entrambi questi temi e ha realizzato il corpus della pittura funeraria di Tarquinia, nonché la Mappa archeologica della città antica.