Tarquinia, ritirato in consiglio il regolamento sugli impianti sportivi: criticità nella maggioranza

Il sindaco di Tarquinia Francesco Sposetti al termine di una accesa discussione in Consiglio comunale ha deciso di rinviare l’approvazione del nuovo regolamento per la gestione degli impianti sportivi, dopo una lunga discussione che ha visto sollevare dubbi, critiche e appelli al confronto, anche da parte di consiglieri della stessa maggioranza.

Era atteso come uno degli atti centrali della seduta, ma alla fine il nuovo regolamento sugli impianti sportivi comunali è stato ritirato per essere rivisto e riportato in commissione. Una scelta maturata al termine di un confronto acceso, in cui alle voci critiche dell’opposizione si sono unite quelle di alcuni esponenti della maggioranza, che hanno invitato a privilegiare la condivisione e il coinvolgimento delle associazioni sportive.

Gufi: “Regolamento aggiornato alle norme recenti, ma ogni impianto va valutato singolarmente”

A illustrare il contenuto del nuovo regolamento è stato il caposettore Luca Gufi: “Il regolamento precedente risale al 2012. Il nuovo testo è stato aggiornato tenendo conto delle normative intervenute negli ultimi anni in materia di concessione di servizi, a partire dalle disposizioni del 2014 e 2016, fino al decreto legislativo 38 del 2021, in vigore dal 2023. Abbiamo considerato anche il nuovo Codice degli Appalti 2023 e varie sentenze del Consiglio di Stato.”

Secondo Gufi, il documento “non si limita a stabilire regole per una buona gestione a fini pubblici, ma può offrire linee guida importanti per introdurre criteri di inclusività, parità di genere e partecipazione. Si sottolinea che la gestione di ogni impianto va valutata singolarmente: il regolamento non entra nel dettaglio dei singoli affidamenti, ma offre criteri per la redazione dei capitolati.”

Nel nuovo scenario normativo, ha spiegato, “le concessioni di servizi sono distinte in base alla capacità di reddito: per gli impianti meno redditivi, l’amministrazione può decidere di farsi carico delle spese o garantire un pareggio economico.” Il documento prevede anche clausole per consentire ad altre associazioni di utilizzare gli impianti, pur in presenza di una concessione, attraverso meccanismi di salvaguardia.

Tosoni: “Rivediamolo con calma. Una commissione di mezz’ora non basta”

La prima voce critica è stata quella della consigliera Martina Tosoni, che ha sollevato questioni di metodo e di merito: “Ribadisco quanto già detto in commissione. Il regolamento ha senz’altro bisogno di essere rivisto e aggiornato, ma il modo in cui è stato portato in consiglio non è accettabile. In commissione siamo stati convocati con il solo testo del regolamento, senza alcuna documentazione normativa di riferimento. La discussione si è chiusa in mezz’ora: credo che per un regolamento di questa complessità serva ben altro tempo.”

Tosoni ha aggiunto: “Non ci sono urgenze o scadenze impellenti. La stagione sportiva autunnale partirà comunque con le situazioni pregresse. In commissione ci è stato detto che non si può slittare: lo chiedo qui in aula. Non presenterò emendamenti, altrimenti andremo avanti fino alle due di notte. Anche membri della maggioranza avevano emendamenti pronti, cosa mai successa prima.”

Sul piano tecnico, ha sottolineato la necessità di affrontare prima di tutto lo stato degli impianti: “Ci sono problemi strutturali seri, in alcuni casi lo stato di fatto è ben lontano da quello di diritto. Perché non mettiamo prima a norma gli impianti? Perché continuiamo a procedere con affidamenti se le strutture non sono adeguate? Parliamone bene, ascoltiamo le società sportive, capiamo davvero quali siano le loro esigenze.”

Infine, un paragone: “Abbiamo passato più tempo per il regolamento dalla Giostra delle contrade che per questo testo. Ridiscutiamolo: sarebbe un vero atto di concretezza amministrativa.”

Guiducci: “Coinvolgere anche forme associative temporanee. Elenco delle criticità sanato?”

Anche la consigliera Federica Guiducci ha evidenziato la mancanza di condivisione: “Concordo con quanto detto dalla collega Tosoni. Nel regolamento non si fa riferimento né alle ASD né alle eventuali associazioni temporanee d’impresa, che potrebbero rappresentare una forma utile per favorire la gestione congiunta degli impianti.”

“È stato fatto un elenco delle criticità presenti negli impianti? Sono state sanate? Le conosciamo tutti. Se il regolamento non serve per la stagione imminente, perché non rimandarlo in commissione? Magari anche coinvolgendo chi, nelle passate amministrazioni, aveva già iniziato un percorso di revisione.”

E ha concluso: “Ci sarebbero tante cose da emendare, ma non è questa la sede. La maggioranza si assumerà le responsabilità delle proprie decisioni.”

Bacciardi: “Le associazioni non sono state ascoltate. E chi decide la capacità di reddito?”

Un appello alla partecipazione è arrivato anche dal consigliere Renato Bacciardi: “Serve condividere questo documento con le associazioni sportive. Non sono state ascoltate, e questo contraddice l’idea di partecipazione che molti qui in campagna elettorale hanno promesso.”

“Sappiamo che ci sono impianti fuori norma. Iniziamo a metterli in sicurezza con i fondi a disposizione, e se serve facciamone anche di nuovi. Ma attenzione: a pagare potrebbero essere gli utenti, con rette più alte. Chi decide la capacità di reddito? Come saranno composte le commissioni che valuteranno?”

Infine, un riferimento al regolamento sui contributi: “Questo testo cozza con quello. Ragioniamo assieme su entrambi, serve una visione più ampia.”

Serafini: “Coinvolgimento non lineare, non tutte le associazioni sapevano”

Il consigliere Luigi Serafini ha confermato la percezione di scarsa condivisione: “Alcune associazioni sportive sapevano del regolamento, altre no. In un paese piccolo come il nostro, questo diventa facilmente evidente a tutti.”

Tosoni è poi tornata a sottolineare la difficoltà di racchiudere un settore tanto articolato in un testo poco approfondito: “Gli impianti sono diversi, con esigenze diverse. Serve un lavoro molto più serio.”

L’assessore Celli: “Chi ha fatto l’assessore prima avrebbe dovuto pensarci”

L’assessore Sandro Celli ha difeso il lavoro fatto e replicato con toni accesi: “Sono contento che finalmente abbiate imparato cos’è la democrazia e che bisogna condividere: sono cose che prima, da amministratori, non conoscevate. È paradossale sentir dire che nelle comunicazioni mancano le norme di riferimento, quando alcune sono state approvate proprio quando certi attuali consiglieri erano in giunta e assessori allo sport.”

“Perché non avete mai aggiornato voi il regolamento? Perché era più facile dare un foglietto alle associazioni, invece di fare un sistema strutturato? Dire che serve mettere in sicurezza, ma questo parte proprio da un regolamento, che è la base. Il tennis è l’unico impianto a norma perché ha avuto una concessione di 25 anni. Gli impianti non gestiti invece vanno in malora: come è successo per il Cardoni, mandato in malora nella precedente amministrazione per risparmiare pochi euro di corrente. In quel caso ad esempio le concessioni possono essere una risposta.”

Celli ha poi assicurato: “A me non sembra un regolamento superficiale. Sono previste tutte le forme associative consentite dalla legge. Forse dovevate leggerlo con più attenzione: anzi, in cinque anni potevate studiare e metabolizzare e farlo voi, non lo avete fatto e ora se vi da fastidio che qualcuno lo faccia. Garantiremo spazi a tutte le associazioni e forse finalmente daremo loro una risposta: e parleremo con quelle interessate agli impianti.”

Sposetti: “Tempi rispettati, poche pagine non richiedono mesi di studio”

”Se dite che gli impianti non sono a norma – le parole del sindaco Sposetti – perché si continuava a concederli con la letterina in modo poco oggettivo, forse clientelare? Il regolamento è un passo per dare trasparenza alle associazioni che ne hanno diritto e possono partecipare per utilizzare uno spazio pubblico. I tempi previsti per le comunicazioni sono stati rispettati, inoltre è un regolamento di poche pagine che non richiede mesi di studio”. 

Cesarini: “La città ci chiede un altro stile. Qui non servono rigidità, ma rispetto per tutti”

Con un intervento che ha segnato un momento di svolta nella seduta, Ernesto Cesarini ha richiamato i valori fondanti della coalizione che guida il Comune: “Noi ci siamo presentati agli elettori come una maggioranza liberamente coalizzata, con l’obiettivo di portare avanti un programma innovativo, e con modalità altrettanto innovative. Fino ad oggi abbiamo cercato davvero la condivisione, e spesso abbiamo avuto il contributo convinto della minoranza.”

Ma su questo regolamento, ha ammesso, qualcosa è mancato: “Questa volta la richiesta della minoranza – e non solo – è di una riflessione in più. E io sento mia questa richiesta, la condivido. Non sono state parole di aggressione politica, ma una rivendicazione che merita attenzione. L’ho ascoltata anche da altri colleghi, non solo dell’opposizione.”

Cesarini ha sottolineato il valore del confronto democratico: “Questa libertà, questa capacità di ascolto, è dovuta alla città. E io ne sento tutta la responsabilità. Se il lavoro regolamentare non è stato fatto come doveva, abbiamo il dovere di correggere. Non ci serve una dinamica di gerarchia rigida, ma un modo diverso di amministrare.”

E ha chiuso con un appello all’assessore Celli: “Rinnovo l’invito a Sandro, cui riconosco maturità politica e capacità, di pesare bene le parole che sono state dette. Non è una resa, ma un segnale di forza. Dobbiamo assumerci questo onere, perché è anche una promessa fatta alla città.”

Rosati: “Non vogliamo approvare un testo solo della maggioranza. Siamo amministratori di tutti”

Sulla stessa linea si è espresso Piero Rosati: “Faccio mie le premesse di Cesarini. La cifra con cui ci siamo presentati agli elettori era la condivisione e la partecipazione. Questo ci ha permesso di vincere dopo un lungo periodo in cui il metodo amministrativo era meno empatico e meno partecipativo.”

“L’obiettivo non era sostituire quella amministrazione, ma essere diversi. Non con le parole, ma soprattutto con i fatti. Su un tema come lo sport, che non ha e non deve avere colori politici, questo vale ancora di più.”

Rosati ha poi rivolto una domanda alla sua stessa maggioranza: “Qual è la ragione politica per cui questo approfondimento non viene concesso? Perché negare il tempo necessario a un confronto più ampio? Vogliamo davvero che questo regolamento venga approvato solo da una parte della città, e non da tutta?”

“Ho letto il regolamento, ma solo superficialmente, perché ci è arrivato già in parte emendato e in mezzo a una mole di altri documenti. E ho visto che mancano alcune tutele per l’interesse pubblico. Non metto in discussione la capacità e la stima di chi lo ha redatto, ma chiedo semplicemente di poterlo studiare meglio.”

L’intervento si è chiuso con un appello forte e chiaro: “Vogliamo essere amministratori di tutti, non di una parte. Accogliere questa richiesta di rinvio sarebbe un atto di maturità politica e di intelligenza. Per me è un passaggio indispensabile per non arrivare a rotture inutili e non richieste”.

Ciurluini: “Quello di Rosati il miglior intervento dell’opposizione”

Prima del ritiro del regolamento, Giovanni Ciurluini ha difeso la scelta di portare il testo in Consiglio: “C’è stata un’ora per la minoranza in commissione per discuterne, ma hanno detto di non averlo letto, facendo non domande tecniche, ma solo politiche. Quando si vuole davvero migliorare qualcosa, si portano proposte, non un libro dei sogni. Ringrazio poi Piero Rosati, che ha fatto il miglior intervento dell’opposizione.” Replica la consigliera Tosoni: “Non è vero, avevo anche portato emendamenti che ho ritirato per venire in consiglio”.

“Faccio tesoro delle posizioni e, in maniera che ritengo democratica, rinvio il regolamento a successiva discussione”: con queste parole il sindaco chiude la discussione, ringraziato dalla minoranza.