Tarquinia, Tari alle stelle. Le proteste dei cittadini: “Oltre il 20% di aumento in cinque anni”

“É arrivato uno dei periodi dell’anno in cui si fanno i conti con le tasse, alcune almeno. Oggi vorrei parlarvi della Tari del comune di Tarquinia”. Sono, queste, le prime righe di una lettera giunta in questi giorni a lextra.news: lettera che, a ben vedere, riassume e condensa le riflessioni, lamentele, perplessità e rimostranze di tanti cittadini tarquiniesi, raggiunti nelle ultime settimane dagli avvisi di pagamento da parte del settore tributi del Comune.

“Siamo una famiglia composta da quattro componenti – entra nel merito la lettera – e aprendo con apprensione la temutissima lettera che conteneva la famosa comunicazione di cui sopra, mi accorgo con stupore che per l ennesimo anno consecutivo vi trovo un aumento rispetto al precedente anno. Incuriosito dalla cosa, scovo le ricevute nel mio faldone e mettendo a confronto noto l’escalation altalenante: 300 euro nel 2015, 316 nel 2016, 310 nel 2017, 320 nel 2018 e, dulcis in fundo, 360 euro nel 2019”.

“Partendo dal fatto che i componenti della mia famiglia sono invariati nel corso di questi anni, – continua il mittente rivolgendosi alla redazione – mi domando e vi chiedo, visto che vi occupate di vita quotidiana, quale tipo di miglioria/cambiamento/aumento dei costi/ammodernamento possa influire in modo così massiccio e progressivo su questi tributi? Quasi il 25% in più in 5 anni… e non voglio andare troppo indietro nel tempo! A quanto potrà ammontare tra altri 5 anni?”

Ed in effetti, anche verificando il caso di un’abitazione con due residenti, si trova un aumento dai 203 euro nel 2017 ai 209 nel 2018, sino ai 235 dell’avviso appena ricevuto: qui l’aumento in tre anni è del 16%, del 12 circa solo nell’ultimo anno.

“Al cittadino che paga le tasse, tutte, che tipo di arma rimane per difendersi oltre che denunciare ad una testata giornalistica?”, conclude amaramente l’autore della lettera.

“Tutto questo sperando che abbiate voi la determinazione per chiedere ai soggetti che gestiscono la questione le motivazione per cui noi tutti dobbiamo silenziosamente accettare queste voci di spesa e magari trovarsela pubblicate in articolo di giornale con lo scopo di invertire o quantomeno arrestare questa tendenza”.

La vicenda si lega indissolubilmente all’aggiudicazione dell’appalto per la gestione dei rifiuti, che a Tarquinia è in costante proroga da anni. Lultimo consiglio dell’amministrazione Mazzola approvò, tra le polemiche, il nuovo capitolato, che fu poi bloccato dal successivo governo Mencarini senza che, però, riuscisse ad approntarne uno proprio prima dell’improvvisa fine del mandato. Fu il commissario straordinario, quindi, a inizio anno, ad approvare il capitolato, con l’avvio della gara che, però, con delibera di giunta, l’amministrazione Giulivi ha bloccato sino a fine mese. Resta da capire, perciò, quali manovre sono allo studio per provare a porre fine a questi aumenti e, contestualmente, quale sarà l’impronta che l’amministrazione attuale vorrà dare al servizio.

Anche perché, in base ai dati su cui il commissario si era basato per redigere il piano finanziario – alla base dell’approvazione del sistema tariffario relativo alla Tari -, diffusi in un articolo di Fabrizio Ercolani sul Corriere di Viterbo dello scorso aprile, in due anni, dal 2016 al 2018, la percentuale della differenziata è calata di ben 8 punti: tradotto in numeri quasi 900 tonnellate in più di rifiuti indifferenziati all’anno.

Se per il 2018 il costo per lo smaltimento ed il trasporto era stato di poco superiore agli 800 mila euro nel 2019 si prevedeve già da aprile che sforasse il milione di euro. Ciò è dovuto per l’anno 2019 al sensibile aumento del costo unitario del CTS da €/t 131,385 a €/t 166,782. Ad aumentare oltre al costo dei rifiuti conferiti che da 115 euro passa a 148 euro, anche il benefit per il Comune di Viterbo che da oltre 12 euro a tonnellata arriva a superare i 16 euro per il 2019.

Il consuntivo dell’anno 2018 ha fatto registrare un aumento della produzione dei rifiuti in generale rispetto alla quantità preventivata per il medesimo anno. Ciò ha comportato un incremento dei costi di conferimento. E dati allarmanti arrivavano anche dalla gestione dei rifiuti urbani non differenziati con una percentuale che sfiorava il 59%: ciò significa che cala la percentuale della parte differenziata che si attesta al 41%.

Dati, situazioni e problemi su cui i cittadini chiedono una riflessione e su cui l’amministrazione dovrà costruire la strategia che intende mettere in campo per invertire la tendenza.