Tarquinia, torna Gianni Moscherini per la terza candidatura a sindaco: “Serve un cambiamento radicale nella gestione della città” – VIDEO

“Mi ripropongo come candidato sindaco per i prossimi anni”: torna a Tarquinia Gianni Moscherini, che dopo le esperienze terminate al ballottaggio nel 2017 e 2019 rilancia la propria corsa alla poltrona di primo cittadino. Di seguito alcuno flash dell’intervista, pubblicata integralmente nel video sovrastante

D – Sei alla terza candidatura: perché dopo due sconfitte al ballottaggio i tarquiniesi pensi stavolta possano scegliere te?

R – Perché credo che abbiano visto che le due vittorie precedenti non corrispondevano a vittorie vere, ma a meccanismi di altro genere: per sconfiggere Moscherini, soprattutto la prima volta, si sono messi d’accordo tutti i partiti di qualsiasi colore. Più che un ballottaggio è stato un mercato delle vacche.

D – Il precedente progetto era tecnicamente civico: lo sarà anche stavolta? Sarà ancora il Cantiere della nuova politica?

R – Il nome non sarà più quello, ma diverso, perché il tempo passa e le condizioni sono cambiate. Lavoreremo, io e chi come me sente l’esigenza di un cambiamento radicale nella gestione amministrativa di un comune che oggi è trascurato dalla politica locale da decenni, per un cambiamento nel vissuto, più libero: infatti l’associazione che stiamo mettendo in piedi si chiama Tarquinia Libera – Moscherini Sindaco, con l’immagine del Comune con una colomba, che sia di buon auspicio.

D – Come nasce l’idea di questa nuova candidatura?

R – Quando ho sentito che la Regione avrebbe finanziato la realizzazione del porto turistico per Tarquinia, ho voluto far presente che io ho presentato quel progetto, nel programma preparato a suo tempo. Questa amministrazione è al governo da cinque anni e in questo tempo non è riuscita nemmeno a far fare un progetto, e ora che ci avviciniamo alle elezioni qualcuno si ricandida per fare il porto turistico?”

Dalla chiusura del centro storico “insopportabile anche per un turista” all’abbattimento dei pini al lido, dalle chiusure di negozi alla ZTL “che non è strumento di aiuto al cittadino ma un impedimento ad avere una vita sociale e collettiva allegra: se mi voteranno, la prima cosa che farò è togliere una ZTL fatta impropriamente”: questi i primi flash sui temi chiave della sua campagna elettorale, con una parentesi sull’agricoltura. “Gli agricoltori hanno ragione – spiega – C’è un tentativo, con la scusa del green, di rovinare un’agricoltura per cui in particolare in queste zone siamo famosi. E dirò no a qualsiasi progetto di deposito di scorie radioattive nella Tuscia”.

“Io – conclude nel presentare la candidatura, riproponendo uno degli slogan delle campagne precedenti – che sono famoso come uomo del fare, dal Porto di Roma alla ricostruzione di Civitavecchia, mi propongo a dare il mio contributo per Tarquinia, città che adoro e in cui ho vissuto cinque o sei anni”.

D – Una considerazione: spesso voi politici di “vecchia data” parlate dell’importanza dei giovani, ma poi siete voi a ricandidarvi. Non credi che sia ora di dare spazio alle nuove generazioni, anche assumendosi le responsabilità delle candidature di vertice?

R – Certo che sì: e se sarò eletto punto a fare una squadra operativa in prevalenza di donne e di giovani. Che poi ci sia un sindaco che ha una certa età, credo sia un beneficio anche per i giovani che possono crescere, che portano con sé un’esperienza.

D – La precedente esperienza, anch’essa originariamente civica, ha visto poi vai protagonisti scegliere la strada dei partiti, anche con ruoli di vertice: ne sei deluso?

R – Sarò chiaro: con il gruppo che stiamo mettendo in piedi non abbiamo alcuna intenzione di sostenere tutti coloro che hanno partecipato agli ultimi cinque anni di gestione amministrativa brutta e disordinata, di qualunque provenienza essi siano e di qualunque partito oggi facciano parte. Tarquinia Libera significa anche questo, prendere le distanze da certi personaggi i cui comportamenti a me, ma anche a tanta gente, non sono piaciuti.